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martedì 17 agosto 2021 | 16:04
Politica

Lega e buone maniere, Calabretta ai dissidenti: «Non tollero i maleducati». Spirlì alla Mannoia: «Toni cafoni» - Notizie

VIDEO | Dopo l'endorsement della cantante a favore di de Magistris, il presidente facente funzioni si dice rammaricato: «Brava artista, ma ha scelto male». Il vice segretario regionale del Carroccio stigmatizza le critiche interne: «Il partito non è di loro proprietà»

di Agostino Pantano

«L’accoppiata de Magistris-Lucano usa toni spesso cafoni e maleducati, peccato che Fiorella Mannoia – che è una brava artista - abbia scelto loro per il suo endorsment sulla Calabria». È tranciante Nino Spirlì che, a margine di una manifestazione di Salvini a Taurianova, risponde così sulla recente visita che la cantante ha fatto a Riace a sostegno del Polo civico guidato dal sindaco di Napoli. «Appoggio legittimo, ci mancherebbe – ha proseguito il presidente facente funzioni – speriamo solo che la sua non sia una sporadica manifestazione di interesse elettorale verso la Calabria, che venga spesso qui come fa Matteo Salvini».

Spirlì ha risposto ai cronisti anche sul caso del giorno, ovvero sul leghista Leo Battaglia reo di aver organizzato il lancio sulla spiaggia di Cetraro di mascherine con il simbolo della Lega, attirandosi anche le critiche di Matteo Salvini anche per l’effetto inquinante dell’iniziativa elettorale. «Non è né un insozzatore comune né un novello Gabriele D’Annunzio – ha risposto il presidente sulla citazione storica del vate del fascismo che sorvolò Vienna lanciando volantini interventisti – io non lo giudico, ma quando sarà il momento verrà chiamato a chiarire».

La tappa taurianovese del tour agostano di Salvini è stata anche l’occasione per una replica al gruppo di dissidenti leghisti che nei giorni scorsi avevano scritto una lettera. «In un partito come il nostro – ha detto Cataldo Calabretta, vice segretario regionale – il dissenso rispetto alle decisioni assunte dalla dirigenza va ascoltato, senza dubbio, ma ciò che non possiamo tollerare è che si sconfini nella maleducazione di chi pensa che il partito è di sua proprietà».