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mercoledì 27 ottobre 2021 | 16:11
Cultura

La kermesse di Vibo - Festival Leggere e Scrivere, dalla letteratura ai media una nuova narrazione del Sud - Notizie

VIDEO | Seconda giornata a Vibo Valentia del festival culturale. Tra gli appuntamenti un focus sulla Calabria e sul ruolo dell'informazione con il giornalista Giuseppe Smorto che ha dialogato con il direttore editoriale del network LaC Maria Grazia Falduto

di Rossella  Galati

A "Sud del Sud" è il viaggio dentro una Calabria fatta di mille storie positive, un viaggio lungo il sentiero dei non rassegnati, imprenditori, operatori culturali, sportivi, che cercano di costruire quotidianamente realtà importanti in una terra difficle. Partendo dagli spunti offerti dal libro della storica firma di Repubblica, Giuseppe Smorto, alla seconda giornata del festival Leggere e Scrivere di Vibo Valentia, di fronte a un'attenta platea di studenti, si è aperto un interessante dibattito sulla Calabria e sul ruolo dell'informazione spesso intrisa di pregiudizi e discutibili clichè.

«Come dice un cantante calabrese, Peppe Voltarelli, “il male ha un appeal commerciale” ovvero il male fa vendere - ha affermato il noto giornalista -. E questo non succede soltanto in Calabria, solo che questa terra sconta questa situazione e con la Calabria la scontano soprattutto i cittadini calabresi».

Una nuova narrazione del Sud

Da qui dunque la necessità di ribaltare il punto di vista, di aprirsi a una narrazione nuova. Un'operazione che, come ha avuto modo di evidenziare il direttore editoriale di LaC, Maria Grazia Falduto, sollecitata dalle domande del giornalista e direttore di Sud & Futuri Magazine, Alessandro Russo, richiede un impegno da parte di tutti.

È stata la stessa imprenditrice vibonese a raccontare la sua personale esperienza, quella di chi ha deciso di formarsi fuori per poi rientrare, arrivando a guidare oggi una realtà, già riferimento nel panorama dell'informazione regionale, pronta ad espandersi in ambito nazionale: «Nel corso di questi anni abbiamo lavorato con competenza e professionalità per affermare il nostro network come rete di informazione crossmediale a livello regionale ma è giunto il momento di lavorare su progetti molto più importanti che abbiano un ambito nazionale. Solo se pensiamo in grande possiamo imporre una nuova narrazione calabrese, ed è quello che intendiamo fare col network LaC. Noi abbiamo cercato di sovvertire le regole dell'informazione, ci siamo sfrorzati e ci sforziamo ogni giorno per rappresentare una Calabria e in generale un Sud che sia fuori dai clichè convenzionali, quindi una Calabria positiva. È importante partire da una consapevolezza: l'importanza del ruolo dell'informazione nella nostra società».

Parlare ai giovani

Un'idea, quella del direttore editoriale del network, condivisa anche dalla giornalista e scrittrice piemontese, calabrese di adozione, Paola Bottero: «Parlare con i giovani per raccontare un progetto che vedrà la luce tra poco, che è molto importante per la Calabria e per il network, per ristabilire una realtà informativa e quindi una nuova comunicazione della Calabria, è il primo passo perchè per i giovani si fanno dei passi in avanti, il futuro sono loro e occasioni come quella di oggi sono i modi migliori attraverso i quali la Calabria migliore si mette a confronto e crea reti e sinergie. È importante sovvertire le regole e cambiare totalmente il modo di raccontare la Calabria dentro e fuori i confini regionali».

Progetti di rinascita

«A volte - ha aggiunto l’autore di “A Sud del Sud” - ci imbattiamo in miopia e campanilismo che frenano la nostra crescita. Si ha difficoltà a fare rete e spesso è la politica a mettersi di traverso». A supporto della tesi il giornalista e scrittore ha raccontato della partnership tra le Università di Cosenza e Catanzaro che hanno fuso le loro eccellenze per creare la facoltà di Medicina informatica.

«Ebbene, subito sono nate scaramucce su chi stesse “rubando” i cervelli e le facoltà. Fortunatamente i rettori hanno tirato dritto ed ora abbiamo questo corso di laurea all’avanguardia». È evidente, ha concluso Russo, che «servirebbe una contro-narrazione di verità per ribaltare il paradigma. Noi siamo orgogliosi di essere calabresi, anche se i media nazionali continuano a considerarci come la Cenerentola d'Italia».

È giunto il momento - la conclusione unanime - di cambiare punto di vista. E fare finalmente, anche nella comunicazione, quel salto di qualità necessario ad abbandonare per sempre gli stereotipi sulla Calabria. Infine il messaggio ai giovani presenti: «Il messaggio è quello di informarsi, di studiare soprattutto in un momento in cui il Governo sta facendo delle scelte a livello di piano di resilienza nazionale, delle scelte sulle pensioni che sembrano non riguardare i giovani ma riguardano sorpattutto loro».