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giovedì 3 marzo 2022 | 22:42
Cronaca

Diario di guerra - Mosca apre corridoi umanitari, ma non è una buona notizia: l’apocalisse ucraina è più vicina - Notizie

La delegazione russa ha accettato tregue temporanee per consentire di evacuare i civili dalle città assediate. Il prossimo passo saranno bombardamenti a tappeto per spezzare la resistenza

di Enrico De Girolamo

Una donna ucraina ferita nei bombardamenti (foto Ansa)

Mosca accetta l’apertura di corridoi umanitari per evacuare i civili. Sembra una buona notizia, ma non lo è. È una pessima notizia. È il preludio di bombardamenti a tappeto che cercheranno di piegare e poi di spezzare la resistenza ucraina.

I corridoi umanitari, in realtà, di umanitario hanno ben poco. Servono a salvare vite umane, questo sì. Ma non sono un atto di bontà. È come se ti dicessero: «Stiamo per bruciare e prenderci la tua casa, hai cinque minuti per uscire e fuggire, se resti muori».D’altronde, le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che oggi ha parlato al telefono con Putin, confermano che non c’è la minima intenzione del leader del Cremlino di tornare sui suoi passi. «Putin - ha detto Macron - andrà avanti, vuole prendere il controllo di tutta l'Ucraina».

Il cessate il fuoco programmato che consentirà agli abitanti delle città assediate di scappare, dunque, serve a non sporcarsi troppo le mani di sangue cercando di non suscitare ulteriore riprovazione da parte della comunità internazionale. Ma fuggiranno davvero?

A vedere le immagini di questi ultimi giorni, con donne e bambini impegnati a riempire di polistirolo e benzina le bottiglie molotov (ah quanto abbiamo imparato sulle molotov dal divano di casa, chi lo avrebbe mai detto), con vecchi e ragazzi indaffarati ad ammassare sacchi di sabbia e allestire blocchi stradali improvvisati, c’è da credere che in tanti resteranno ad aspettare le bombe e resistere. E a cadere saranno a migliaia ma ci sarà sempre un corridoio umanitario per soccorrere chi sopravvive a fare da alibi alla follia di una guerra che stavolta non si combatte in qualche polveroso angolo di mondo, ma a due passi da casa nostra.