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martedì 15 marzo 2022 | 16:30
Cronaca

La manifestazione - Da mesi senza stipendio, a Monasterace nuova protesta dei lavoratori di Locride Ambiente - Notizie

VIDEO | La mancata presenza della società alla procedura di raffreddamento tenutasi venerdì ha rafforzato la decisione del sindacato Slai Cobas di proclamare la giornata di sciopero

di Ilario  Balì

Hanno di nuovo incrociato le braccia questa mattina i lavoratori di Locride Ambiente, la società che si occupa della raccolta rifiuti in diversi comuni del territorio reggino. Alla base della protesta in quel di Monasterace il ritardo nel pagamento delle retribuzioni che per alcuni dipendenti raggiunge addirittura le quattro mensilità e la mancata consegna, da un trimestre a questa parte, delle buste paga «lasciando i lavoratori – sostiene il segretario dello Slai Cobas Nazzareno Piperno – nella totale incertezza in ordine all’ammontare dello stipendio da percepire».

«A casa abbiamo i frigoriferi vuoti – è il grido di allarme dei netturbini locridei – e per fare benzina siamo costretti a chiedere un prestito ai nostri familiari. Non possiamo più andare avanti così. Quanto ci spetta? Avanziamo ancora il mese di febbraio, a gennaio soltanto un acconto e il mese di dicembre lo hanno proprio dimenticato. Nel mirino del sindacato anche le amministrazioni comunali, accusate di non avviare (o avviare in ritardo) l’iter amministrativo conseguente alla richiesta di attivazione del potere sostitutivo. «Questi lavoratori sono davvero in una situazione catastrofica – afferma il sindacalista Enzo Comito – alcuni di loro non riescono più a pagare le bollette. Poi con i rincari che incombono diventa tutto più difficile».

La mancata presenza del management di Locride Ambiente alla procedura di raffreddamento tenutasi venerdì in via telematica, ha così rafforzato la decisione del sindacato Slai Cobas di proclamare la giornata di sciopero. «L’atteggiamento dell’azienda – conclude Piperno – è irrispettoso delle istituzioni e dei sindaci che hanno partecipato all’incontro in Prefettura. Chiediamo di porre fine al muro di inerzia istituzionale e aprire le porte al dialogo delle istanze dei lavoratori, che versano ormai da tempo in condizioni di incertezza e precarietà economica».