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mercoledì 20 aprile 2022 | 14:45
Politica

Elezioni comunali - Palmi, Barone politicizza il voto e Ranuccio resta civico: il centrodestra ci mette la faccia, il Pd ancora no - Notizie

VIDEO | Affilano le armi i gli unici due candidati a sindaco per ora certi: terreno di scontro non solo le prospettive future ma soprattutto l'analisi della storia amministrativa recente  

di Agostino Pantano

Due segreterie elettorali già aperte sul corso principale di Palmi, per altrettanti candidati a sindaco già certi: Giuseppe Ranuccio e Giovanni Barone affilano le armi e, in vista del voto di giugno, fanno i conti con le prime diversità politiche. Fieramente civico il primo cittadino uscente, orgogliosamente costruttore di un accordo fra partiti l’ex sindaco che torna in politica dopo una pausa durata 5 anni. «Per la prima volta nella storia di Palmi – spiega Barone – l’area moderata e di centrodestra si presenta unita: accanto a Forza Italia, Udc, Lega e FdI avremo anche delle liste civiche». Ranuccio, illustrando il suo schieramento, precisa che «per scelta non abbiamo simboli di partito, ma una serie di forze civiche e personalità che condividono cose fatte e valori, e vogliono continuare il percorso iniziato».

Mentre rimane da capire cosa faranno il Pd cittadino, partito nel quale un tempo militava Ranuccio, e la sinistra movimentista di Pino Ippolito Armino – il quale ha annunciato di volersi candidare – il voto di Palmi diventa anche un banco di prova per il centrodestra regionale, i cui leader locali – e fra questi il consigliere regionale palmese, Giuseppe Mattiani – hanno blindato l’accordo raggiunto anche dopo i maldipancia di spezzoni di Fratelli d’Italia. «La città ha perso il suo ruolo di guida nel comprensorio», attacca Barone, mentre Ranuccio gli replica: «È opinione comune che quella di Barone sia stata la peggiore nella storia di Palmi».

Nastri di partenza già infuocati, quindi, con Ranuccio che ricorda «la riqualificazione dei quartieri e la partecipazione dei cittadini ad una stagione di rinnovamento» e Barone pronto a elencare «le opere fatte dalla mia amministrazione e il Piano regolatore che purtroppo chi è venuto dopo non ha valorizzato con i necessari Piani attuativi». Le cose fatte, da una parte e dall’altra, diventano quindi base di scontro: «Nei miei 5 anni abbiamo fatto 3 edizioni della Varia», rilancia Barone, e Ranuccio lo accusa di aver realizzato «anche opere abusive».