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sabato 7 maggio 2022 | 11:20
Ambiente

Mobilitazione - Raddoppio termovalorizzatore di Gioia Tauro, manifestazione di protesta contro la Regione - Notizie

VIDEO | Il corteo si è concluso a piazza Dell’Incontro: «Il progetto di ampliamento dell'impianto è anacronistico, scellerato e rischioso per la salute dei cittadini e del territorio»

di Redazione

Cittadini, politici, sindacati e associazione sono scesi in piazza, questa mattina, per protestare contro il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. La manifestazione è in corso a nella città del porto, che ospita l’unico impianto di incenerimento di rifiuti della Calabria. La protesta è stata organizzata contro la Regione Calabria, che nelle scorse settimane ha deciso per l’ampliamento dell’impianto, tassello per la risoluzione dell’emergenza rifiuti in Calabria.

Hanno deciso di prendere parte alla mobilitazione anche Aspromonte Liberamente, l’associazione 7 Agosto, l’associazione Kalibreria di Soverato, Calabria Resistente e Solidale, il comitato “Siderno ha già dato”, il Csc Nuvola Rossa, DemA Calabria, EquoSud, il Forum ambientalista Calabria, Italia Nostra Calabria, il movimento Rinascita Pci. Calabria, Orsa Porti, Potere al popolo Calabria, Prc-Se Calabria, Rinascita per Cinquefrondi, SoS Rosarno, Un’altra Calabria è possibile e Usb Calabria, dopo una riunione autoconvocata nella sala consiliare del Comune di Cinquefrondi, che ha visto confrontarsi diverse anime di quei movimenti che negli anni passati hanno dato vita alle mobilitazioni proprio contro i progetti di inceneritore e rigassificatore a Gioia Tauro.

«Sono state iniziative che hanno visto sensibilizzare tutta la cittadinanza pianigiana in merito ai rischi per la salute, all’insostenibilità economica, allo svantaggio comparato ad altri sistemi e ad altre logiche, tanto da vedere scendere in piazza migliaia e migliaia di persone per opporsi a questi progetti – hanno spiegato -. A distanza di anni, questi mostri che sembravano sconfitti tornano di nuovo oggi al centro dell’agenda politica, senza che una sola delle obiezioni dell’epoca sia stata superata. Si tratta di progetti anacronistici, scellerati, rischiosi per la salute dei cittadini e del territorio».