Le interviste del Premio Caccuri, l’editore Maduli: «La Calabria è una risorsa, dobbiamo pretendere che i nostri diritti siano rispettati»
VIDEO | Il presidente del network LaC tra i protagonisti delle interviste curate da Franco Laratta. Nella puntata di ieri anche il giornalista e scrittore Pino Aprile
Anche l'editore del network LaC Domenico Maduli e il giornalista Pino Aprile sono stati tra i protagonisti del Premio letterario Caccuri che ha registrato anche quest'anno un successo straordinario.
Nel "salotto" culturale di Franco Laratta che sta curando le interviste in onda tutti i giorni alle 20.15 su LaC OnAir, il presidente Domenico Maduli ha parlato di Calabria e del futuro di questa terra che ha necessità di scelte coraggiose e di uno spirito positivo: «La Calabria ha un forte bisogno di comunicazione, quella del nostro network è una missione. Siamo riusciti a fare rete. Per me la Calabria è sempre stata una risorsa, mai un problema. Mi sono formato fuori ma il mio sogno è stato sempre ritornare. Mette in discussione la terra di Calabria chi non l’ha mai vissuta, altresì è come la propria madre, va vissuta con lo stesso sangue».
E sull'Autonomia differenziata il network LaC ha fatto una scelta precisa: «Dobbiamo investire in un Sud che si chiama Italia, dobbiamo pretendere che i nostri diritti siano rispettati, solo così i nostri giovani decideranno di restare»
L’editoriale | L’autonomia che spacca l’Italia
Pino Aprile: «Sud colonizzato e spogliato»
Ad esprimere la sua nell'ambito della rassegna culturale di Caccuri anche il giornalista e scrittore Pino Aprile: «Bisogna dire le cose come stanno, la nostra misura è nella capacità di non edulcorare le cose. L'Italia non è mai stata fatta, è stata conquistata con le armi, imposta. Gli altri paesi hanno costituito una nazione un popolo, noi non siamo riusciti a farlo. Il Sud è stato colonizzato, spogliato delle sue risorse, le ultime risorse che hanno preso sono il sole e i giovani. L'Italia non vuole essere un Paese, altrimenti i primi a protestare sarebbero gli italiani del Nord per quello che viene fatto al Sud».