Accoglienza

Reggio, la casa Papa Giovanni XXIII compie 10 anni: «Accolti 300 minori migranti, un patrimonio di storie che custodiamo»

Il responsabile Gianni Fortugno: «Le loro vite fatte di sogni, speranze e tragedie». Previste diverse iniziative in occasione del decennale

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di Anna Foti
4 marzo 2024
15:47

«In dieci anni di attività ne abbiamo accolti circa 300 minori migranti arrivati da soli. Li abbiamo seguiti nella progettazione della loro esistenza, di conseguire un titolo di studio, di scoprire e coltivare interessi, intraprendere anche attività sociali. Abbiamo toccato con mano, nella maggior parte di loro, la loro forza di volontà con la quale hanno affrontato la loro vita lontano dalla famiglia. Molti hanno proseguito gli studi, altri hanno lavorato andando anche via. Con i miei collaboratori sono custode delle loro storie fatte di sogni, speranze, sofferenze, tragedie. Tutto questo, del resto, è Immigrazione».

Così Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria, accreditata per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, spiega cosa sia stata e sia ancora l’attività di accoglienza. Nei suoi dieci anni di attività, la Casa non ha soltanto accolto ma ha aiutato a costruire nuovi percorsi di vita in salute e sicurezza, attraverso la scolarizzazione e la socialità, attività aggregative e sportive. 


Percorsi di accoglienza che continuano ad essere tracciati anche in questo momento con i 14 minori accolti, di età compresa tra i 9 e i 17 anni. L’integrazione non solo è stata possibile ma è divenuta una buona prassi. Questi dieci anni costituiscono così preziosa tappa di un percorso che c’è tutta l’intenzione di condividere. 

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«C’è al lavoro un gruppo per definire iniziative che andranno a scandire questo decennale. Sono stati tanti i giovanissimi e i giovani che abbiamo accolto e del cui percorso abbiamo fatto parte, con l’auspicio di avere contribuito alla loro vita futura da adulti non solo fuori dalla casa ma spesso anche in altre città. Una ricchezza per tutti noi operatori di inestimabile valore.

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Pensiamo, per questo, di voler dare lo spazio che meritano alle loro testimonianze in questo decennale. Per quanto possibile vorremmo contattarli e invitarli a tornare qui a Reggio Calabria, dove molti di loro erano sbarcati. Ci piacerebbe incontrarli nuovamente, adesso che sono cresciuti, per condividere con la cittadinanza, non solo con la nostra comunità, questo momento che sarà intenso ed emozionante. Chiederemo loro di raccontarci come sono andate avanti le loro vite e le loro nuove storie». Così spiega ancora Giovanni Fortugno, responsabile della Casa dell’Annunziata di Reggio Calabria.

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Giornalista
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