8 marzo

Cultura e buoni esempi: la ricetta del successo di Simona, la custode dei Giganti della Sila

«Autenticamente innamorata» della Calabria, la manager ha raccontato cosa significa per lei l'otto marzo: «Gender gap ancora attuale, questa giornata serva per riflettere»

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di Franco Laratta
8 marzo 2024
15:42

Simona Lo Bianco, direttrice della Riserva Fai ‘I Giganti della Sila’, è una donna che ha fatto moltissime esperienze lontano dalla Calabria. Poi ha scelto di tornare. Si dichiara “autenticamente innamorata” della nostra terra, così ha deciso di impegnarsi direttamente della sua valorizzazione. Oggi gestisce uno dei luoghi culturali più visitati in Calabria, questo grazie al costante impegno che spende per il suo territorio. Lauree e master o altri corsi non definiscono le sue competenze, sono semmai la sua presenza concreta e la sua visione a renderla una donna pragmatica, dinamica e decisamente libera.

Troviamo Simona a 1500 metri sul livello del mare. Fa freddissimo nella Riserva dei Giganti della Sila. Siamo anche quest’anno immersi nelle consuetudini un po’ stanche della festa delle donne. Con Simona ragioniamo se ha ancora un senso l’otto marzo. «No, se si pensa all’8 marzo come a un giorno meramente commerciale o ad un giorno in cui le donne sono legittimate a festeggiare/uscire di casa o ritagliarsi spazio per sé. Sì, se questo giorno viene chiamato Giornata Internazionale della Donna e serve per ricordarci, anche nel resto dell’anno, quanto è fortemente ancora attuale il tema del gender gap e della violenza che, ahinoi, non cessa di esistere nonostante le conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile che si riassumono proprio simbolicamente in questo giorno».


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Leggo a Simona un’espressione forte di Mina proprio sulle donne: “Questo fatto che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna mi sembra una gran cretinata. Dietro una grande donna c'è sempre chi o che cosa? Solo se stessa, temo”. 

Simona apprezza: «Mina, immensa Mina! Come se dovessimo dire grazie a chi ci considera, a chi riconosce il nostro lavoro, a chi crede di farci un favore riconoscendo i nostri diritti in famiglia e nella società. Mi allineo pienamente al pensiero di Mina aggiungendo che, come suggerito dalla mia amica Alessandra, piuttosto che romperci le palle e richiamare un elemento fisico maschile, anche io, a nome di molte, mi sono “rotta le ovaie”!».

E il discorso arriva alle 130 donne ammazzate ogni anno in Italia. Qualcosa di assurdo è inconcepibile: «Il femminicidio è una piaga terribile, talmente diffusa che ormai sembra che possa capitare a chiunque. Ho una rabbia incontrollabile anche ora, mentre sto rispondendo, perché penso all’ultima donna che proprio oggi è stata uccisa, Sara. No, di amore non si deve morire! Sembrerebbe una considerazione inflazionata, scontata».

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La donna è favorita in quanto donna, si sente spesso dire. Simona mi dice di avere un approccio molto rigido sul tema: «È così, e se ho la percezione di essere favorita perché “donna” non ne sono molto contenta. Credo nel valore delle persone in assoluto, aldilà del sesso e dell’estrazione sociale. Non accetto ben volentieri questa “carità”, riprendendo le parole di Mina. Ma posso dire che si, sono stata favorita in termini di accortezze e gentilezze e questo mi piace! Mi piace tantissimo pensare ad un approccio delicato degli uomini verso le donne e delle donne verso le donne. Degli altri favoritismi non me ne interesso».

Molte donne pagano un prezzo molto dure nella professione e nel loro impegno sociale. Simona non intende stereotipare questo argomento: «Io ne faccio proprio una questione culturale che va affrontata attraverso l’educazione e la perseveranza. Quasi un atto di comprensione per chi ha avuto modelli sbagliati o non ha avuto accesso all’istruzione. Sicuramente, senza scendere nel dettaglio, ho vissuto momenti difficili, ma oggi affronto il tutto con maggiore consapevolezza di me e con maggiori strumenti di difesa, forte del fatto che non mi fa paura nulla!».

Ogni giorno decine e decine di donne vengono violentate. Centinaia vengono maltrattate e picchiate. Su questo Simona  è durissima: «È vergognoso. Ripugnante. Come è possibile esercitare violenza fisica e psicologica? Costringere qualcuno contro la propria volontà, straziando ed umiliando corpo e mente altrui? Fare questi reati fin da giovanissimi, persino in gruppo? Io non so quale grave disagio ci sia alla base di tutto ciò. Ma in questo reato non si dovrebbe transigere sulle pene che devono essere certe e pesanti».

Allarghiamo il campo. Il coraggio delle donne: in Afghanistan, in Iran, nei paesi fondamentalisti. Là dove la donna ha sempre pagato un duro prezzo alla disperata ricerca della libertà. «Donne uccise per aver difeso i loro diritti e quelli di altre donne! Donne che, nonostante le forti repressioni, hanno il coraggio di resistere e di lottare, fino a morire. Questa è una emergenza umanitaria mondiale. Cosa vogliamo capirne noi che abbiamo accesso a tutto? Ogni tanto pensiamo che a queste donne viene privato il diritto di studiare, di indossare ciò che vogliono, di amare chi vogliono? Come ci sentiremmo se la mattina ci alzassimo sapendo di non essere libere? Ecco, la libertà… noi la diamo per scontata, eppure non lo era fino a non molto tempo fa»

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Ci sarà certamente un desiderio che Simona, giovane e dinamica, vorrebbe si realizzasse in questo anno. «Te ne dirò due, uno generico e uno personale, ma che vorrei si realizzassero sempre di più su lungo raggio. Il primo è che desidererei che le donne venissero davvero tutelate in termini di inclusione professionale, di retribuzioni, di opportunità di carriera, di formazione, di conciliazione fra tempi di vita e lavoro. Non dimentichiamo che la Missione 5 del Pnrr ("coesione e inclusione") ha tra gli obiettivi due misure strategiche: la valorizzazione dell'imprenditorialità femminile e l'introduzione e definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere».

E poi c’è l’altro desiderio. «È molto ambizioso. Mi piacerebbe, come donna, essere un buon esempio. Io ho avuto la fortuna di avere dei modelli di donne che hanno condizionato la mia crescita personale e professionale positivamente. Se dovessi essere un esempio di “rappresentazione del possibile” e quindi aiutare anche una sola ragazza a perseguire la propria realizzazione, questo mi riempirebbe di gioia».

La donna in Calabria. Nel lavoro, in famiglia… c’è ancora tanto da fare ancora. «Ti direi poco se penso alle decine di donne che conosco e che sono un bellissimo esempio da seguire. Che ricoprano o no ruoli importanti, conosco moltissime donne che ammiro e stimo per ciò che fanno e come lo fanno. Eppure, le statistiche dicono tutt’altro: secondo l’ultimo studio Istat pubblicato a gennaio 2023, l'occupazione femminile cresce in Italia, ma resta la più bassa d’Europa ed il divario di genere non cambia. Questo divario aumenta tra Nord e Sud dove al sud lavora meno di una donna su tre, con un tasso di occupazione delle donne del 29,9% (la media europea è di circa il 63%). I dati non incoraggiano e, nonostante siamo più formate e istruite degli uomini, è evidente che alla base c’è un paradigma culturale che va estirpato. E non lo dico io, lo dice Claudia Goldin che nel 2023 ha vinto il Premio Nobel per l’Economia per la sua ricerca sull’occupazione femminile. Ecco che, alla luce di tutto questo, i role models e quindi i buoni esempi sono necessari e vanno assolutamente diffusi, tra donne e uomini, per raggiungere un vero allineamento valoriale nella società».

Simona ritorna rapidamente alla sua Riserva dei Giganti della Sila. Un luogo incantevole della Sila Grande che, grazie a lei e ad una squadra di giovani qualificati ha visto crescere fortemente la presenza di turisti e appassionati della montagna.

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