Si chiama “A tutto tondo – percorsi di salute – Ets” la nuova associazione istituita nel territorio dell’alto Tirreno cosentino con l’obiettivo di affiancare le persone con disabilità e le loro famiglie, spesso impegnate in una difficile battaglia contro l’isolamento e l’emarginazione sociale.

A presiedere l’associazione è Pina Tufo, psichiatra in pensione, in servizio al Centro di salute mentale del poliambulatorio Asp di Scalea. L’annuncio della nascita dell’associazione è avvenuto nel corso di una manifestazione tenutasi nei saloni parrocchiali della chiesa della Santissima Trinità di Scalea, alla presenza di istituzioni, operatori sanitari e cittadini.

I relatori

Al tavolo dei relatori hanno preso parte: la psichiatra Pina Tufo; il sindaco di Scalea, Mario Russo; il sindaco di Verbicaro, Felice Spingola; il consigliere regionale Antonio De Caprio; la coordinatrice dei distretti sanitari dell’Asp di Cosenza, Angela Riccetti. Maria Enza Silvestri, docente e vicepresidente del consiglio direttivo, ha invece inviato un video per elencare gli obiettivi dell’associazione e i motivi che hanno spinto alla sua nascita.

Inoltre, hanno contribuito al dibattito: don Fiorino Imperio, reggente della parrocchia; Anna Benvenuto, segretaria dell’associazione e “siblings”, cioè sorella di una persona con disabilità; Gino e Matteo, due ragazzi con disabilità che hanno testimoniato la loro esperienza; Marilena Sassone, componente del consiglio direttivo e caregiver; le volontarie Maria Carmela, infermiera, ed Emanuela, pedagogista; ed infine, Angelo Serio, presidente dell’associazione Grianfrancesco Serio, e Ida Todaro, coordinatrice dell’area psicosociale dell’area psicosociale.

Cos’è “A tutto tondo”

“Tutto tondo – percorsi di salute” è un’associazione del Terzo Settore, nata da un confronto diretto con i docenti di un liceo del territorio, già impegnati nel supporto a studenti con disabilità. «Analizzando il contesto – ha spiegato Tufo – ci siamo resi conto che sul territorio non esistono strutture in grado di accogliere questi ragazzi al di fuori dell’ambiente scolastico, soprattutto dopo il termine del percorso di studi».

Un vuoto che diventa ancora più evidente al termine della scuola superiore, quando molti giovani con disabilità restano confinati in ambito familiare, esposti a isolamento sociale e problematiche psicologiche. «Da psichiatra – ha aggiunto Tufo – incontro spesso queste situazioni. È evidente la necessità di creare risorse territoriali non solo per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie».

La presentazione dell’associazione ha registrato un’ampia partecipazione e un forte coinvolgimento del territorio, segnale di un bisogno diffuso e della volontà condivisa di costruire una rete di sostegno concreta e duratura per le persone che combattono quotidianamente per il riconoscimento dei loro diritti.