Tra cittadini comuni, personalità della moda, dello spettacolo e delle istituzioni, un commosso tributo a colui che ha cambiato per sempre l’eleganza italiana. I funerali si terranno lunedì in forma privata
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People queue to pay their respects to late Italian fashion designer Giorgio Armani at his funeral chapel in Milan, northern Italy, 06 September 2025. The atelier houses the designer's funeral chapel. Armani has died at the age 91 on 04 September 2025. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Tra cittadini comuni e personalità appartenenti al mondo spettacolo e delle istituzioni, oltre seimila persone si sono messe in coda oggi per l’ultimo saluto a Giorgio Armani, nella camera ardente allestita in via Bergognone, all’Armani Teatro. Una coda composta e silenziosa, che ha potuto accedere nell’edificio dalle 9 alle 18 per dire addio al grande stilista, scomparso il 4 settembre scorso. Dopo la chiusura di oggi alle 18, la camera ardente riaprirà domani dalle 9 alle 18.
Poi lunedì si svolgeranno i funerali, rigorosamente in forma privata, come da volontà di Armani. In segno di cordoglio e partecipazione della comunità milanese, il sindaco di Milano ha proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata: in tutte le sedi comunali la bandiera civica sarà esposta a mezz’asta.
Da Donatella Versace al sindaco Sala, chi è arrivato per l'ultimo saluto
In mattinata il primo ad arrivare, ancor prima dell’apertura delle porte dell’Armani Teatro, è stato il presidente di Ferrari e Stellantis, John Elkann, assieme alla moglie Lavinia. Poi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e gli ex primi cittadini milanesi Letizia Moratti e Gabriele Albertini. Tra i nomi istituzionali anche il prefetto Claudio Sgaraglia e l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. A sorpresa è arrivato poi anche Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia: «Armani è stato un grande maestro, non solo di stile nella moda ma nella vita. Il suo atteggiamento di fronte agli altri, il tanto bene che ha fatto in maniera anonima, la sua passione per lo sport… ha salvato la mia squadra di basket».
In rappresentanza del mondo della moda il presidente della Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa, e quello onorario Mario Boselli. E poi Donatella Versace, amica di lunga data di Armani, e gli stilisti Alessandro Enriquez ed Ennio Capasa. Presenti anche gli attori Beppe Fiorello, Maria Grazia Cucinotta, Alessandro Preziosi e Massimo Lopez, la cantante Alexia, moglie di Andrea Camerana, nipote dello stilista, la giornalista Ilaria d’Amico, le conduttrici Simona Ventura e Jo Squillo in lacrime.
Tanti i nomi anche dal mondo dello sport. A partire dall’ex presidente del Coni, Giovanni Malagò e da quello attuale Luciano Buonfiglio fino a Gianni Petrucci di Federbasket ed Ettore Messina, il coach dell’Olimpia Basket.
A rendere omaggio al grande ‘Signore’ della moda anche i registi Gabriele Salvatores e Giuseppe Tornatore, mentre in coda tra i cittadini è apparso il presidente della Triennale, l’architetto Stefano Boeri. Arrivato anche l’archistar Massimiliano Fuksas, insieme alla moglie Doriana. «Era di una gentilezza incredibile, mai arrogante in un Paese come il nostro», il suo ricordo.
Teatro al buio e un tappeto di lanterne
Fiori bianchi e lanterne preparano i visitatori a entrare nella camera ardente di Giorgio Armani, allestita negli spazi dell’Armani Teatro, a Milano, due giorni dopo la sua scomparsa. Dentro, il buio avvolge la sala, dove risuonano le note di Ludovico Einaudi. Un tappeto di lanterne a terra e il profumo d’incenso creano un’atmosfera quasi sacra, in un luogo dove lo stilista era solito presentare le sue collezioni, e che oggi appare sospeso, trasformato per l’ultimo omaggio. La bara, semplice, in legno chiaro, è posata al centro, con un mazzo di rose bianche adagiato sopra. Dietro una lastra di alabastro con un crocifisso sopra. Alle spalle del feretro, su un maxi schermo, campeggia il ritratto sorridente di Armani in passerella e il suo ultimo messaggio: «Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia». Un addio semplice, essenziale, come l’uomo che ha cambiato per sempre il modo di vestire.
A vegliare il feretro il compagno e braccio destro dello stilista, Leo Dell’Orco, il nipote Andrea Camerana e tanti collaboratori di una vita, tra cui il fondatore di Yoox, Federico Marchetti, che siede nel cda della Giorgio Armani spa. Accanto, un picchetto d’onore di carabinieri in alta uniforme veglia in silenzio. Il gonfalone del Comune di Milano è issato a lutto. All’ingresso del Teatro, dopo un lungo corridoio, dei libri neri delle firme per chi vuole lasciare un pensiero e corone di fiori bianchi. La commozione è enorme. Anoushka Borghesi, la direttrice della comunicazione, controlla che tutto vada bene. I dipendenti accedono da un ingresso prioritario e in molti stringono tra le mani dei fiori, neanche dirlo, rigorosamente bianchi.
In coda sin dal mattino
«Era una cara figura, ha fatto tanto per Milano - racconta all’AdnKronos Roberta, arrivata questa mattina assieme al suo amico Ivan - È stata una persona rigorosa e generosa. Mancherà a tutti». Anche Ivan non ci ha pensato su due volte: «Volevo rendere omaggio a un imprenditore, un artista, genio e filantropo - afferma - che oltre ad aver fatto bene all’universo della moda e ad esportare il concetto eleganza sobrio ha fatto tanto per la città, come regalare lo spazio dell’Armani Silos, qui davanti. Vedremo il Comune di Milano cosa gli dedicherà, spero che sia un grande tributo».
In coda sin da stamattina sono anche diversi ragazzi: «Era il re della moda - dice uno di loro - una persona importante, non solo in passerella ma per il mondo e Milano. Ne sentiremo la mancanza e non solo per la creatività e la maestria». Tra le rose bianche che molti dei presenti tengono in mano ci sono anche ex dipendenti e i familiari dei lavoratori dell’azienda. «Io ho lavorato per 15 anni all’ufficio stile di Armani - racconta una ex dipendente - mi ha insegnato a rispettare le proporzioni nel disegno. È stato un esempio in tutto».