Nei giorni scorsi una delegazione di +Europa ha visitato la casa circondariale di Crotone per incontrare la direzione, il personale e i detenuti con l’obiettivo di verificare le condizioni di vita all’interno della struttura e ascoltare le esigenze di chi vi opera quotidianamente. A guidare la visita sono stati la coordinatrice provinciale del partito, Mariasole Cavarretta e il presidente di +Europa Cassano All’Ionio, Ivan Papasso.

«Abbiamo trovato una realtà ai limiti del collasso. Turni massacranti, straordinari continui e condizioni igieniche precarie minano sicurezza, dignità e diritti fondamentali. È urgente un intervento immediato delle istituzioni per riportare il carcere a livelli minimi di funzionalità» hanno dichiarato i due rappresentati Cavarretta e Papasso. «La situazione a Crotone è drammatica e non più sostenibile. Ogni giorno personale e detenuti affrontano condizioni che minano sicurezza, salute e diritti fondamentali. Serve un piano urgente e strutturale, non soluzioni tampone».

Dalla visita la denuncia della condizione di sovraffollamento dell’istituto di Crotone, considerata da +Europa gravissima. 120 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 99 posti. Le celle, in media, hanno costatato durante l’incontro, ospitano da 4 a 6 persone, pur essendo progettate per due soli posti letto e risultano spesso prive di ventilazione sufficiente.

Ma uno degli aspetti più allarmanti certificati durante la visita è l’inefficienza dell’impianto idrico. Secondo Cavarretta e Papasso risulta datato e soggetto a frequenti guasti. Così come le tubature, completamente a vista e non murate, risultano danneggiate e usurate, soggette a continua manutenzione, segno evidente della loro fragilità strutturale. La fornitura d’acqua è irregolare, insufficiente e compromette la vita quotidiana dei detenuti.

«La carenza idrica sommata all’inadeguatezza dell’impianto rappresenta un problema strutturale di sicurezza sanitaria, che richiede un intervento urgente di manutenzione e ammodernamento. Una così grave criticità amplifica il rischio sanitario, soprattutto in un contesto di sovraffollamento e con detenuti che soffrono di patologie croniche», denunciano gli attivisti. «A rendere la situazione ancora più critica, in alcuni spazi dell’istituto sono stati notati cavi elettrici scoperti, senza protezione, collocati nello stesso punto delle tubature dell’acqua. In caso di perdite o di scoppio di una tubatura, il rischio di cortocircuiti o incendi sarebbe altissimo, con conseguenze potenzialmente incalcolabili per la sicurezza di detenuti e personale».

Altra irregolarità rilevata riguarda il personale attuale della Polizia Penitenziaria che ammonta a 50 unità effettive, rispetto alle 85 previste dal piano organico. Con conseguenze per gli stessi a turni massacranti e a straordinari continui.

Riscontrati problemi sanitari

La visita ha fatto emergere una grave inadeguatezza dell’assistenza sanitaria complessiva all’interno della casa circondariale di Crotone. L’istituto non è dotato di un reparto sanitario vero e proprio, come avviene in altre strutture penitenziarie. Questo rende impossibile la gestione separata e protetta di casi clinici complessi, siano essi psichiatrici o di natura infettiva. L’infermeria risulta sostanzialmente sempre chiusa. L’assenza di personale dedicato in pianta stabile impedisce una presa in carico tempestiva anche di patologie comuni, costringendo spesso a ricorrere a trasferimenti esterni o, peggio, a lasciare i detenuti senza cure immediate.

Altra criticità riscontrata riguarda la mancanza di un reparto di isolamento. Questo significa che attualmente, se ci fosse un detenuto con una malattia trasmissibile come la scabbia, non potrebbe essere messo in sicurezza, con il rischio concreto che l’intera popolazione carceraria verrebbe esposta al contagio. Una lacuna che non solo viola i diritti fondamentali alla salute, ma rappresenta anche un problema di sanità pubblica.

«Tutto questo non fa che aggravare ulteriormente la situazione, generando episodi di aggressione sia tra i detenuti che verso il personale di Polizia Penitenziaria», commentano.

Per affrontare la crisi, +Europa ha chiesto interventi urgenti e strutturali: rafforzamento immediato dell’organico, portando gli agenti almeno alle 85 unità previste, ridefinendo i parametri in base alle esigenze reali; ristrutturazione urgente delle celle, dei servizi e dell’impianto idrico, garantendo acqua continua e sicura; potenziare l’assistenza sanitaria, garantendo la presenza di medici e infermieri adeguati e un supporto psichiatrico efficace; attivazione di corsi culturali e professionali e rilancio dei laboratori, favorendo collaborazione con enti formatori e imprese locali.

«La situazione della casa circondariale di Crotone non è soltanto un problema locale, ma il simbolo di una crisi sistemica che investe l’intero sistema penitenziario italiano. Sovraffollamento, carenza di personale, strutture fatiscenti e assenza di fondi per attività rieducative sono elementi ricorrenti in molte carceri del Paese». Come sottolineato da Mariasole Cavarretta e Ivan Papasso, che infine aggiungono: «Il carcere non può continuare a essere un’emergenza ignorata. Deve tornare al centro dell’agenda politica come questione di civiltà, diritti umani e sicurezza sociale. Serve un piano straordinario per il carcere di Crotone: rinforzo immediato dell’organico, manutenzione e adeguamento strutturale, più opportunità formative per i detenuti e un tavolo permanente con Ministero e sindacati. Non possiamo più voltare lo sguardo altrove».