Nessuna risocializzazione possibile in assenza di percorsi efficaci che durante la detenzione guidino verso la consapevolezza del disvalore della condotta posta in essere. «La chiave del cambiamento sono i percorsi trattamentali». Lo sottolinea con forza l'avvocato Giuseppe Aloisio, dallo scorso luglio garante dei diritti delle persone private della Libertà personale del comune di Reggio Calabria.

A pochi mesi dalla nomina, ospite negli studi del Reggino.it, affronta alcuni temi critici legati alla condizione di restrizione all’interno dell’istituto penitenziario Giuseppe Panzera e delinea le priorità della agenda del suo mandato quinquennale.

I percorsi trattamentali

«Il trattamento è essenziale affinché chi abbia commesso dei reati e sia stato condannato con una sentenza irrevocabile a scontare una pena all'interno degli istituti penitenziari, possa riabilitarsi. Occorre l’assunzione di responsabilità per un rientro nella società civile capace di generare crescita e benessere, non solo sicurezza. La questione, per queste ragioni riguarda tutti, società civile in primis e, dunque, la politica».

Presenti anche alle nostre latitudini, nei plessi San Pietro e Arghillà dell’istituto penitenziario Giuseppe Panzera di Reggio Calabria, le problematiche legate al sovraffollamento, alla carenza di personale (agenti penitenziari, educatori e amministrativi). Vari report di associazioni e osservatori impegnati a tenere alta l’attenzione sulla vita delle persone recluse lo attestano.

Carenze che, inevitabilmente, si ripercuotono sull'aspetto trattamentale che ricordiamo essere decisivo per il reinserimento sociale e per la funzione educativa della pena che l'articolo 27 della nostra Costituzione chiamano a concretizzare.

Il valore dello sport in carcere

Dalle attività ricreative e sportive alle attività di formazione professionale al lavoro esterno, laddove ci siano le condizioni. Lo stesso garante Aloisio è reduce dalla recente partita della Libertà disputata nel campo di calcio del carcere di Arghillà.

«Davvero una bellissima manifestazione, promossa dalla garante regionale Giovanna Russo subito sposata dal direttore dell’istituto penitenziario Giuseppe Panzera, Rosario Tortorella, e dalle componenti del pianeta Giustizia. Una manifestazione che ha dimostrato come lo sport sia certamente aggregante e come debba divenire uno strumento di rieducazione e risocializzazione da contemplare in maniera stabile e strutturata. La partita di sabato scorso non deve essere una tantum ma già ci sono i presupposti che non lo sia. Si è già parlato di futuri incontri in campo allargando la partecipazione, per esempio anche agli avvocati», ha spiegato il garante comunale Aloisio, che ha indicato come criticità sulla quale intervenire con personale e risorse anche l’ambito sanitario.

Sul fronte del lavoro esterno, certamente da rafforzare per determinare risultati, è in corso l’ampliamento di un importante protocollo messo in campo dalla Prefettura di Reggio Calabria per incentivare tirocini formativi volti al reinserimento lavorativo necessario e per il quale occorre lavorare ancora molto e insieme.