Questo il quadro emerso in occasione dell’audizione della commissaria Aterp Maria Carmela Iannini dinanzi alla commissione parlamentare sulle condizioni di Sicurezza e sullo stato di Degrado delle Città e delle loro Periferie
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«Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica nella città di Reggio Calabria è assai consistente. Conta 4.718 alloggi sugli oltre 38 mila su base regionale, e la sua gestione è particolarmente difficile. Le occupazioni abusive superano il 10 per cento sul totale degli alloggi. A gennaio 2019, si registravano 448 occupazioni abusive, con un’accentuata concentrazione nel solo quartiere Arghillà. Su 419 unità abitative occupate abusivamente, ben 110 nell’unico complesso denominato Comparto 6».
La commissaria straordinaria dell’Azienda territoriale di Edilizia Residenziale Pubblica (Aterp), ente strumentale della Regione Calabria, Maria Carmela Iannini, è stata sentita nelle scorse settimane dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di Sicurezza e sullo stato di Degrado delle Città e delle loro Periferie presieduta da Alessandro Battilocchio, fornendo questo quadro.
Occorre un piano sinergico per destrutturare questo fenomeno, per procedere all'individuazione di chi ha diritto all’alloggio popolare e di chi non lo ha. Un piano che latita, che stenta a manifestarsi, come dimostra proprio lo sgombero del comparto 6 ad Arghillà, sul quale dallo scorso marzo pende un'ordinanza sindacale per ragioni di sicurezza e rischi per l’incolumità.
Occorre fare chiarezza sulle situazioni delle singole famiglie e poi procedere, preservando le fragilità e assicurando a queste un alloggio alternativo di cui da mesi si sente parlare in modo assolutamente vago e indefinito, salvo ribadire che quegli alloggi non sono sicuri e devono essere lasciati.
Comune, Prefettura e Aterp hanno già manifestato la disponibilità a collaborare per affrontare la situazione ma poi la sinergia non si concretizza e dunque i risultati non sembrano arrivare.
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