Arrivata alla fase conclusiva l’iniziativa del Garante per la tutela delle vittime di reato, Antonio Lomonaco, in collaborazione con il Consiglio regionale. Si lavora già alla seconda edizione convinti che «investendo in cultura e istruzione si investe nel futuro della Calabria»
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«Vorrei abbracciarli uno per uno. Andrebbero premiati tutti». L’avvocato Antonio Lomonaco va su e giù per le scale dell’aula Fortugno di Palazzo Campanella. Di lì a poco sarà celebrata la cerimonia di premiazione della prima edizione del concorso “Ti Sbullu!”, promosso dal Garante regionale per la tutela delle vittime di reato in collaborazione con il Consiglio regionale della Calabria. Una prima speciale per lui. «Siamo qui per affermare un principio: «l'indifferenza va neutralizzata, i ragazzi devono partecipare in ogni modo alla formazione della loro educazione, anche intervenendo quando avvengono dei gesti poco ortodossi o che comunque possono sfociare in violenza».
Il Concorso è rivolto agli studenti delle scuole calabresi secondarie di secondo grado e nasce con l’obiettivo di sensibilizzare proprio i giovani sul contrasto al bullismo e al cyberbullismo, promuovendo una cultura fondata sul rispetto reciproco, sull’ascolto e sulla costruzione di relazioni sane, dentro e fuori la comunità scolastica. «I ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo, sono consapevoli che i loro gesti possono aiutare loro stessi e anche i loro compagni. Andrebbero premiati tutti, chiunque ha partecipato deve avere il nostro ringraziamento e quello delle istituzioni perché vuol dire che hanno capito la bontà del progetto».
Un progetto che iniziato all’epoca della presidenza Mancuso, ora si vuol fare proseguire anche con il neo presidente Salvatore Cirillo che, da parte sua, conferma come attorno al Concorso ci sia una grande attenzione. «Noi già dalla scorsa legislatura, dove io ero all'interno dell'Ufficio di presidenza come Segretario questore, avevamo pensato subito a istituire tutti i garanti necessari per la nostra regione. Questo è un progetto che parte da lì, dopo l'istituzione di questo garante, ed è un progetto che dobbiamo portare avanti, rilanciandolo».
Cirillo racconta di aver incontrato proprio i garanti nelle settimane scorse: «Ho detto loro che il lavoro che è stato fatto è un lavoro ottimo, noi dobbiamo però rilanciare ancora di più, sponsorizzare questi progetti validi e far sì che tutte le scuole della nostra regione partecipino. Sono disposto a finanziarle con somme ancora più importanti e andando sempre di pari passo con la giunta». Il riferimento è naturalmente all’istituzione dello psicologo all'interno delle scuole, figura divenuta fondamentale, e non a caso l’assessore all’Istruzione Eulalia Micheli lo ribadisce con forza: «La Regione con convinzione promuove questi progetti perché investendo in cultura e istruzione si investe nel futuro della Calabria e si alimenta quella che è una narrazione positiva che il Presidente Occhiuto porta avanti con convinzione».
Per l’assessore “Ti sbullu” è' un progetto importante perché «i ragazzi devono diventare consapevoli per poter fare delle scelte di relazioni sane e devono creare una comunità scolastica sana che affronti questi temi e che sia il futuro della Calabria».
La cerimonia ha quindi rappresentato il momento conclusivo di un percorso educativo che ha visto gli studenti impegnati nella realizzazione di video spot dedicati alla prevenzione di ogni forma di violenza, discriminazione e isolamento, nonché alla promozione di un uso consapevole e responsabile dei media digitali, nel rispetto della dignità personale.
Franca Falduto, responsabile regionale delle Consulte studentesche per l'Ufficio scolastico regionale della Calabria, conferma con orgoglio che c'è un grande fermento sulla questione del disagio giovanile e che la Calabria è all'avanguardia. «Tra l'intervento dello psicologo a scuola, la legge nazionale quadro presentata per sostenere ancora di più questa progettazione, anche gli studi universitari, noi ci inseriamo con questi progetti in un momento in cui si manifesta fortemente, con il post-covid in modo particolare, ma con tutte le problematiche note, questo tema del loro disagio che poi si tramuta in bullismo e in cyberbullismo».
Falduto prova ad andare oltre, spiegando il contesto in cui oggi si opera, parlando di casi di «ragazzi che rinunciano alla comunicazione con il lessico comune e che spesso si esprimono con la violenza. Dobbiamo anche evidenziare una mancanza della consapevolezza genitoriale che noi veramente reclamiamo come scuole, come ufficio, ma ritengo anche come enti e come istituzioni, perché abbiamo veramente necessità di un'alleanza educativa, di una comunità che si prenda cura e ascolti questi ragazzi, in quanto dietro a un loro disagio si manifesta sempre una grande sofferenza, della quale noi adulti spesso ne siamo la causa, anche senza rendercene conto».
Arriva invece dalla viva voce di Daniele Trimboli, presidente della Consulta studentesca della provincia di Reggio Calabria e vice coordinatore del coordinamento regionale, l’orgoglio per aver portato a compimento il primo “Ti sbullu”: «sono davvero fiero di essere qui a rappresentare la Consulta studentesca perché in questi anni ho capito l'importanza di fare arrivare la voce degli studenti in luoghi come questo. Oggi mi sento orgoglioso di portare quella voce ancora una volta di fronte a un'assemblea così significativa e di fronte a questo progetto magnifico che va a trattare un fenomeno contro il quale tutti dovremmo essere uniti e lottare». Da qui la valutazione del lavoro dei suoi coetanei: «Nei progetti ho visto da parte dei ragazzi coraggio, voglia di esprimersi e specialmente la voglia di prendere posizione e questa è una cosa davvero molto fondamentale per la crescita di noi tutti studenti. Sono sicuro che questa è la dimostrazione che una Calabria più attenta non è solo un obiettivo ma è un qualcosa che già stiamo costruendo, lo stiamo costruendo insieme, tutti, studenti e giovani».

