«Lo sport è un’occasione concreta per stare insieme, per sentirsi parte di una comunità. Non importa se vinci o perdi, importa esserci, partecipare». Con queste parole Don Giacomo Panizza ha commentato ai microfoni di LaC News24 la sua presenza alla Cross Country di Platania, manifestazione sportiva che ha unito agonismo, inclusione e solidarietà. Il fondatore della Comunità Progetto Sud è stato tra i protagonisti simbolici dell’evento organizzato dalla Reventino Bike di Paolo Mazzei. 

La Comunità Progetto Sud, tra gli sponsor della gara, ha sostenuto fortemente anche la sezione paralimpica dell’evento. «Abbiamo voluto sostenere questa iniziativa – ha spiegato ai microfoni del nostro network – non solo sponsorizzando l’evento, ma accompagnando un’idea che è concreta: anche chi ha una disabilità può partecipare, competere, emozionarsi. Non è un gesto simbolico, ma reale. In gara ci sono persone che non hanno un arto e che si mettono comunque in gioco. Questa è la bellezza dello sport: includere, unire, rendere visibile ciò che spesso viene nascosto».

Per Don Panizza, il valore di giornate come questa va ben oltre la corsa, ma rappresenta un chiaro messaggi dello sport come strumento di cittadinanza attiva. «Non tutti devono correre per vincere – ha aggiunto Panizza – ma tutti hanno il diritto di correre, di esserci. Scommettiamo che possiamo farcela a stare insieme, anche con le differenze».

Panizza ha poi sottolineato anche il valore del “tifo amichevole”, cioè quello che abbraccia tutti, senza distinzioni. «Magari arriva qualcuno senza un piede o una gamba, e trova un pubblico che lo incoraggia, lo sostiene. È questo che costruisce una Calabria migliore: una regione più giusta, con più lavoro, più scuole, più salute. E più dignità». 

Il sacerdote non ha mancato di lanciare un messaggio anche ai media: «Purtroppo si parla spesso della Calabria solo per ciò che fa paura: la diversità, la 'ndrangheta. Le paure a volte servono, sì, e fanno anche bene alla salute ma se restiamo fermi su quelle, perdiamo la dignità. Ma la libertà fa molto più bene alla salute, alla vita delle persone e alla loro dignità. Noi vogliamo una Calabria che ha il coraggio di vivere, non di nascondersi».