Eppur si muove. Lentissimamente, ma si muove. È certamente inutile scomodare Galileo Galilei per qualcosa del genere ma – udite udite – i primi cavi relativi all’elettrificazione della linea ferroviaria ionica sono “arrivati” fino alla stazione di Rossano e già coprono diversi chilometri fino a Cariati. Primi passi, ovviamente, non opere complete: all’appello mancano ancora molti segmenti tra Sibari e Crotone coperti dal cablaggio, e pure la catenaria, che sarà istallata alla fine, giacché il rame nei cantieri a queste latitudini potrebbe fare molta gola.

I lavori di elettrificazione, inaugurati nel 2018, per poi essere ri-consegnati a dicembre 2024 – dopo anni di stallo – e 438 milioni di investimenti a valere sul Pnrr, dovrebbero concludersi entro il 2026, ma c’è già chi scommette che subiranno l’ennesimo slittamento, anche perché ad oggi la riapertura della tratta Sibari e Crotone, prevista per il 14 giugno e tra Crotone e Catanzaro per il 7 settembre, potrebbe sembrare un miraggio, in considerazione dell’intensità dei lavori sulla linea. Ne è convinto il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Davide Tavernise, il quale, nel manifestare questo genere di preoccupazioni, ha anche presentato un’interrogazione al governo regionale per meglio comprendere che fine abbiano fatto la metà della flotta di treni Blues ibridi, previsti in esercizio sulla Ionica.

L’originario cronoprogramma della Regione prevedeva la consegna di tre Blues nel 2022, cinque nel 2023 e gli ultimi cinque nel 2024. Ad oggi – se la linea ferroviaria fosse aperta, ed è bene ricordare che è chiusa 16 settembre 2024 – sulla tratta ne circolerebbero solo sette, quelli realmente acquistati da Trenitalia per conto della Regione.

Tavernise: «Che fine hanno fatto sei Blues?»

«Ho presentato un'interrogazione al presidente della Giunta regionale per fare luce su una situazione che ritengo inaccettabile: i ritardi nella consegna dei treni bimodali Blues. Dei tredici treni previsti, ad oggi, maggio 2025, ne sono stati consegnati solo sette», ricorda Tavernise.
«Un cronoprogramma che prevedeva il completamento delle consegne entro il 2024 è stato completamente disatteso. Questa situazione non solo crea disagi ai cittadini, ma continua a rallentare lo sviluppo dell'area jonica calabrese, che da tempo aspetta un potenziamento infrastrutturale degno di questo nome».
«I treni Blues – sottolinea il consigliere regionale di Crosia – sono fondamentali per migliorare il servizio ferroviario lungo la dorsale ionica. Il loro mancato impiego penalizza fortemente i cittadini della Calabria orientale, che vedono ancora una volta disattese le loro aspettative».

Secondo Tavernise, quindi, «è necessario fare chiarezza sulle motivazioni di questi ritardi e sulle responsabilità di chi non ha rispettato gli impegni assunti. Per questo, ho chiesto alla Giunta quali iniziative concrete intenda intraprendere per accelerare la consegna dei sei treni mancanti, quali siano le motivazioni puntuali di questi ritardi e se siano state attivate contestazioni formali nei confronti di Trenitalia».
Inoltre, il consigliere regionale del M5S ha «sollecitato la Regione a fornire un cronoprogramma dettagliato dei lavori di elettrificazione della linea ferroviaria e a pubblicare aggiornamenti regolari sullo stato di avanzamento delle consegne e sull'impiego dei treni. I cittadini hanno il diritto di essere informati e di vedere rispettati i loro diritti alla mobilità».
Davide Tavernise è preoccupato per lo sviluppo turistico del territorio e per questo chiede lumi sulla riapertura della linea, chiusa come accennato dallo scorso 16 settembre al (sulla “carta”) 14 giugno, per poi richiudere dopo l’estate per concludere i lavori di elettrificazione.
«È una necessità impellente – afferma ancora – riaprire la linea ferroviaria Sibari-Crotone nel periodo estivo, da giugno a settembre. Questa tratta è fondamentale per facilitare gli spostamenti dei turisti e per connettere le principali località balneari, contribuendo significativamente all'economia locale. La mancata riattivazione di questa linea rappresenta un grave danno per il settore turistico e per l'immagine della Calabria. Pertanto, chiedo alla Regione di includere anche un piano per la riapertura stagionale della Sibari-Crotone nelle iniziative da intraprendere».

Poco è meglio che niente?

Insomma, le preoccupazioni – quelle degli imprenditori balneari, questa volta – restano, perché nonostante la linea ferroviaria ionica non sia messa nelle condizioni di essere fruibile all’utenza a corto, medio e lungo raggio per chissà quali astruse dinamiche che spingono a spallate i viaggiatori verso i vettori su gomma, quei pochi che ancora utilizzano i treni per raggiungere lo Jonio sibarita, sono meglio che niente.