Greta aveva ragione. Greta ha avuto coraggio. Ma il mondo ha fatto finta di non capire. Oggi che il caldo brucia il mondo dai suoi 45º, tutti gridano al pericolo.

Greca è stata derisa, ridicolizzata, insultata. Per tutti era una “bambina viziata”, “profetessa dell’apocalisse”, “icona da salotto”.

Greta aveva ragione: il Monte Bianco è stato sopra lo zero per 36 ore consecutive, mai accaduto prima nella storia. E non è tutto. Mentre il nord è stato colpito da violenti nubifragi, l’altopiano della Sila ha toccato da temperature africane, mentre tante città italiane hanno toccato addirittura i 47 gradi.

Ora, chi può negare che Greta Thunberg avesse ragione? Dove sono i professionisti del negazionismo da osteria?

Lei, una ragazzina con le trecce e lo sguardo ostinato, ha avuto il coraggio di dire in faccia ai potenti del mondo: “How dare you?”. Come osate distruggere il pianeta rimanendo inerti, indifferenti, attenti solo al profitto?

Aveva sedici anni quando ha parlato all’Onu. Nessuna timidezza, nessun compromesso. Ha chiesto solo che si ascoltasse la scienza. Ha chiesto che i governi intervenissero, prima che fosse troppo tardi.

Ma i governi sono rimasti inermi, indifferenti, del tutto incapaci. Le grandi industrie hanno continuato a inquinare. Le lobby hanno ignorato ogni allarme, gli opinionisti l’hanno trasformata in un facile bersaglio.

Solo una voce forte, autorevole, si è levata in difesa dell’ambiente, accanto a quella della giovane attivista: quella di Papa Francesco. Con l’enciclica Laudato si’, nel 2015, ha richiamato l’umanità alla responsabilità, parlando di “ecologia integrale” e di “crimine contro la natura”.

Ma anche quella voce è rimasta spesso inascoltata. E oggi? Oggi siamo di nuovo a un bivio, mentre Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, si appresta a smantellare le ultime politiche ambientali rimaste. Il clima impazzisce. Intanto la scienza rilancia l’allarme: il pianeta è a rischio.

Greta non è più sola. Milioni di giovani sono scesi in piazza con lei. Ma non basta. Non basta la piazza: serve coraggio politico, scelte coraggiose. Serve un cambiamento radicale. E serve ora. Perché non è più il tempo delle conferenze. È il tempo delle azioni. Il tempo in cui i potenti devono finalmente ascoltare quella ragazzina che, sola, aveva capito tutto prima di tutti.