Un dibattito in vista quarta edizione dell’evento che unirà sport, salute e sicurezza in programma il 12 giugno a Roma, sulla suggestiva Terrazza del Pincio
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«L’Autorità garante nazionale per i diritti delle persone con disabilità è molto giovane, è nata a gennaio di quest’anno. Questo evento è un’ulteriore occasione per promuoverla, per far sapere ai cittadini cos’è e che nasce per tutelare i diritti delle persone con disabilità». Con queste parole Francesco Vaia, garante nazionale per i diritti delle persone con disabilità, apre la sua intervista negli studi de LaCapitale, in vista della quarta edizione dell’evento Il Goal della vita, in programma il 12 giugno a Roma, sulla suggestiva Terrazza del Pincio.
Organizzata da Mida Academy, in collaborazione con IURIS – Vittime del Dovere, la Polizia di Stato, l’Università Marconi e i principali ospedali romani, la manifestazione unirà sport, salute e sicurezza, tre pilastri fondamentali in una visione moderna e partecipativa del benessere collettivo. Il network LaC e LaCapitale ne saranno media partner, confermando l’impegno verso tematiche sociali e di inclusione.
Il Goal della vita, Vaia: «Non disabile che è ingegnere, ma ingegnere che è disabile»
«Le parole hanno un senso – sottolinea Vaia – Non parliamo più di un disabile che è ingegnere, ma di un ingegnere che è disabile. È un esempio che dimostra la profondità del cambiamento di cui la nostra società ha bisogno». Secondo il garante, questo cambiamento deve passare per una riformulazione del concetto stesso di disabilità, che non si limita a una condizione individuale, ma coinvolge l'intero sistema sociale: «Noi chiamiamo accomodamento ragionevole quello individuale, ma c’è anche un accomodamento ragionevole universale. La persona con disabilità deve essere messa nelle condizioni di essere inclusa».
Disabilità, una responsabilità condivisa
Vaia evidenzia come la disabilità nasca da tre origini: genetiche, post-traumatiche o legate agli stili di vita. «Proprio per questo – spiega – guardiamo con grande attenzione al tema dello sport e della salute: perché la promozione di stili di vita salutari può prevenire molte cronicità e forme di non autosufficienza».
Da qui l’importanza di promuovere l’attività sportiva non solo come strumento di benessere, ma come diritto universale. «Diciamo alle persone: fate sport, praticate attività fisica. Ma diciamo anche al sistema: fate in modo che chi voglia farlo, che sia persona cosiddetta normodotata o con disabilità – possa farlo ovunque, anche nei luoghi di lavoro».
Un welfare accessibile e inclusivo
«Mettere insieme salute, sicurezza e sport, come hanno fatto gli organizzatori de Il Goal della Vita, è fondamentale», conclude il garante. «Perché l’inclusività è uno dei temi fondanti della Carta ONU per i diritti delle persone con disabilità, che l’Italia ha ratificato nel 2009 e che oggi trova piena applicazione grazie alla nascita dell’Autorità garante».
L’appuntamento del 12 giugno rappresenterà quindi un’occasione concreta per rilanciare una cultura della salute che non esclude nessuno, in piena sintonia con lo spirito del Giubileo e con l’idea di una società più giusta, attenta e accessibile.