La Summer School di trading e finanza dell’Università della Calabria ideata da Fabio Piluso, professore di tecnica di borsa, ha celebrato il decennale con un parterre di esperti di caratura internazionale. Circa cinquanta gli studenti partecipanti nei cinque giorni di lezioni articolate in dieci sessioni incentrate sulle diverse sfaccettature dell’educazione finanziaria. Un appuntamento unico nel suo genere che ha catturato l’attenzione dei grandi network nazionali di settore e che rappresenta un canale di accesso a competenze utili pure per difendersi dai cosiddetti fuffa-guru, in un contesto affascinante e però rischioso per i non addetti ai lavori. Ospite degli studi di Cosenza Channel, il docente oltre ad illustrare nel dettaglio gli elementi caratteristici della Summer School, ha offerto una serie di approfondimenti sul variegato mondo dell’economia.

«Per fortuna – ha esordito Piluso - c'è interesse su questo argomento, soprattutto tra i giovani i quali si sono molto interessati a questa forma di finanza cosiddetta decentralizzata dopo la diffusione dei Bitcoin, che secondo me hanno rappresentato una svolta epocale a livello culturale. L'Italia è penultima tra i paesi Ocse per cultura finanziaria. Tradotto in soldoni, lo dicono la Banca d'Italia e la Consob, il 70-75% degli italiani non conosce la differenza tra un'azione e un'obbligazione. Il che comporta una serie di ripercussioni molto importanti tra cui il timore di investire con la conseguenza di tenere bloccati sui conti correnti importanti quantitativi di denaro che, se messi in circolazione, potrebbero sostenere lo sviluppo».

Il timore è spesso dettato non solo dalla ignoranza ma anche dal rischio di essere truffati: «Chi non ha competenze – sostiene Fabio Piluso – non avendo parametri di autodifesa dal punto di vista finanziario, rischia di finire nelle mani di qualche consulente un po’ troppo spinto, che promettono guadagni stellari, scaricando le commissioni o i rischi di performance non adeguate sugli investitori. Per questo l’educazione finanziaria è importante fin dalla tenera età. La Cina, per esempio, ha capito l’importanza in questo ambito di attivare un percorso di prospettiva. Per cui nelle scuole cinesi l’economia è materia di studio già a partire dagli otto anni. Questo significa che tra quarant’anni la Cina potrà contare su un esercito di esperti in grado di sostenerne la competitività».

L’edizione 2025 della Summer School ha inoltre previsto, per la prima volta, una sezione dedicata alla compravendita di opere d’arte. «Un settore nel quale non si cerca solo il profitto ma anche un dividendo estetico, un dividendo emozionale. Abbiamo pensato di inserire questa novità poiché questo mercato può dare molta soddisfazione e però è necessaria una grandissima expertise oppure farsi guidare dalle persone giuste così da ottimizzare la frontiera efficiente di un portafoglio finanziario, nel quale le opere d’arte possono stare tranquillamente insieme ad azioni e obbligazioni».

La Summer School non ha finalità di profitto e «rappresenta – ha chiosato il docente universitario – una occasione per confrontarsi con i migliori professionisti dei mercati. Il nostro obiettivo non è vendere qualcosa ma trasferire competenze, magari insegnare un mestiere bellissimo, ma dove la cautela e la conoscenza sono elementi fondamentali».