L'estate calabrese rinasce. Le manifestazioni invadono piazze e borghi, ridando vita a territori e comunità colmando il desiderio palpabile di condivisione. Non solo divertimento, ma un motore economico che valorizza bellezze e tradizioni
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Dopo anni di incertezze e restrizioni (conosciamo tutti le tristi motivazioni), l'estate calabrese è tornata a risplendere grazie a un calendario fitto di eventi, sagre e festival che stanno letteralmente invadendo piazze, borghi e location suggestive di tutta la regione, dal mare alla montagna. Un riappropriarsi di abitudini credute sopite che, tornando in auge, sta ridando linfa vitale a territori e comunità.
Il desiderio di tornare a vivere esperienze collettive all'aperto è palpabile. Tra concerti sagre di paese per le eccellenze gastronomiche locali, festival letterari in un antico borgo la risposta del pubblico è entusiasta. Questa ritrovata vitalità non è solo un segno di "normalità", ma un indicatore della profonda necessità umana di condivisione e partecipazione culturale, del naturale bisogno del contatto umano. Dal punto di vista culturale, il ritorno di questi eventi è ossigeno puro con i cittadini che “conquistano” gli spazi pubblici trasformandoli in palcoscenici “sotto le stelle” dove la cultura diventa accessibile e inclusiva. In Calabria, sfruttando il patrimonio storico, artistico e ambientale, i festival spesso si fondono con la bellezza dei luoghi che li ospitano, creando un'esperienza omogenea ed identitaria. Un concerto in un sito archeologico, una proiezione cinematografica tra le mura di un castello o una rappresentazione teatrale in uno spiazzo a pochi metri dal mare sono occasioni irripetibili che valorizzano il territorio e offrono nuove prospettive di fruizione culturale. Si rafforza il senso di appartenenza alla comunità e si costruiscono ponti tra tradizione e innovazione, tra diverse generazioni che per qualche attimo lasciano in tasca lo strumento tecnologico. Ma l'impatto degli eventi va ben oltre la dimensione culturale. Dal punto di vista economico, il loro ritorno è un vero toccasana per le economie locali spesso messe a dura prova negli ultimi anni. Una sagra o un festival, anche di medie dimensioni, genera un indotto economico significativo. Certo, dipende dal momento, dal fattore “personaggio” o dalla proposta che deve avere un tocco di esclusiva per attirare visitatori che sono quelli che necessitano di alloggi (hotel, B&B, agriturismi), ristorazione (ristoranti, bar, pizzerie) e servizi (trasporti, guide turistiche). La rivitalizzazione di alcuni centri aiuta i negozi in prossimità degli eventi o che espongono “unicità”, le botteghe artigiane e i mercati beneficiano dell'aumento dei flussi di persone. Senza trascurare che in una buona organizzazione si creano posti di lavoro temporanei per logistica, sicurezza, vendita o semplice l'accoglienza. Per non parlare dei professionisti del settore artistico e tecnico (musicisti e talenti del luogo, tecnici del suono e delle luci, allestitori) ai quali si offrono nuove opportunità.
Ma senza girarci troppo intorno, gli eventi mettono in luce le bellezze e le peculiarità di un luogo generando pubblicità positiva e incoraggiando future visite turistiche, obbiettivo primario per le diverse amministrazioni locali. Le sagre, in particolare, sono un veicolo eccezionale per la promozione delle eccellenze dell’enogastronomia locale. Basti pensare a piccoli centri che, grazie a un evento ben organizzato, vedono raddoppiare o triplicare la loro popolazione per alcuni giorni con un'iniezione immediata di liquidità per le attività commerciali. Ecco, quindi, che le amministrazioni locali e le associazioni culturali hanno pensato bene di lavorare in sinergia per supportare e promuovere questi appuntamenti, riconoscendone il valore strategico promozionale territoriale e abbattendo, di conseguenza, anche i costi. Naturalmente, le sfide non mancano. Sfruttando un paragone cromatico, al bianco si oppone il nero. La gestione dei flussi, la sostenibilità ambientale degli eventi stessi (riduzione dei rifiuti, mobilità, inquinamento acustico), la sicurezza e il bilanciamento tra l'afflusso turistico e la qualità della vita dei residenti sono componenti che hanno un peso specifico ma la capacità di resilienza e l'inventiva dimostrate dagli organizzatori e dalle comunità locali, che abbiamo apprezzato partecipando alle loro iniziative, stanno permettendo di superare molti ostacoli.
In conclusione, l'estate 2025 si sta profilando come la stagione della rinascita per eventi, sagre e festival, rappresentano non solo occasioni di svago ma elementi cruciali per la vitalità culturale e un potente stimolo per le economie dei nostri territori confermando ancora una volta come la cultura, se ben valorizzata, sia un inesauribile motore di sviluppo e benessere e, perché no, di sano divertimento. Quello vero, senza tante spese.