La scelta strategica del governatore lascia il territorio in stand-by tra elezioni e ripartenza lenta: la regione rischia di perdere tempo prezioso in un momento delicatissimo. Il presidente è convinto di (auto)incoronarsi re. Soltanto due giorni fa parlava dei propri successi: cos’ha scatenato la sua furia?
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È successo tutto improvvisamente. E nessuno se l’aspettava. In piena estate come solo Salvini seppe fare, mandando a casa un governo, distruggendo una coalizione. Occhiuto l’ha sparata grossa. E in un colpo solo ha fatto a pezzi la sua coalizione, il suo partito, il consiglio regionale, la sua giunta. Ma soprattutto la Calabria. Perché non ci si dimette a pochi mesi dalla scadenza dei termini per spendere le risorse milionarie del Pnrr: questo è un danno gravissimo alla Calabria. Hai voglia di dire che in 2-3 mesi si vota e si riparte subito. Non è così, ci vogliono mesi e mesi. Ci sono le elezioni, la campagna elettorale, la partenza lenta della nuova legislatura. E poi la formazione della giunta. E poi il programma. E poi il nuovo consiglio. La nuova giunta. È un disastro lunghissimo, fatto di burocrazia e di tempi della politica che metteranno in ginocchio la Calabria. Si ferma tutto e se va bene ci vorranno 8-10 mesi per ripartire. Mesi persi dalla Calabria in un momento gravissimo a livello nazionale e internazionale.
Quella stessa Calabria che Occhiuto ha presentato come la meglio governata, garantendo per sé il titolo di uno dei migliori governatori d’Italia.
Ma come fa uno dei più amati governatori d’Italia ad andarsene così? Se n’è andato sbattendo la porta, urlando, accusando. Ma non ce l’aveva con un nemico esterno, ma con gli amici interni.
E qui un dubbio si fa certezza: quindi tutto è nato all’interno della coalizione di governo?
E poi c’è la vicenda giudiziaria. Noi gli auguriamo di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti. E che venga archiviata la sua posizione. Ma la vicenda lo ha logorato più di ogni altra cosa. Una vicenda grave, dai contorni ancora oscuri, dai contenuti tuttora sconosciuti, e con una Procura prudente, che non fa spettacolo, che non fa nemmeno conferenze stampa. Eppure lo ha tenuto quasi per cinque ore sotto interrogatorio.
E ora? Cosa succede? Lui garantisce di essere sicuro di vincere questa complicata partita. Di sconfiggere chiunque, di auto incoronarsi nuovamente re di tutte le Calabrie.
Non sappiamo se veramente sarà così, se davvero ne uscirà vincitore da questa mossa furibonda. Potrebbe vincere, ma potrebbe anche perdere tutto.
Ma oggi chi ha perso sicuramente tutto è la Calabria. Da oggi ancora più in ginocchio. Da oggi tutto si ferma quasi per un anno, un anno in cui può accadere di tutto. Non solo dal punto di vista politico.
In un post di Facebook di solo due giorni fa, il presidente Occhiuto, parlando del suo lavoro e dei suoi successi, scrive: «Un lavoro che non si è fermato alle promesse. Un lavoro che ha restituito orgoglio a un popolo che ha tanto da raccontare. La bellezza qui non è mai mancata. La differenza è che oggi, finalmente, arriva anche chi la cerca. E siamo solo all'inizio». “E siamo solo all’inizio”, rivendica orgoglioso. Ma allora, in due giorni cosa è successo da scatenare l’inferno?