Male le competenze di base: leggere, scrivere e fare i conti sono un problema per oltre il 50% degli studenti delle scuole medie. Ecco il report dell’Istat
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La conferma è arrivata dall’Istat: la Calabria è la regione italiana con il maggior numero di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e che non lavorano: sono il 26,2%. Non è una novità ma una conferma. I numeri restano alti e pare non ci sia modo di risolvere la questione. La mancanza di competenze di una platea così ampia di persone si ripercuote negativamente sul contesto economico e sociale accentuando le situazioni di disagio e di emarginazione. L’ultimo Rapporto Istat sul Benessere equo e solidale parte dall’analisi dei livelli di istruzione, della formazione e della partecipazione alle attività culturali per definire il quadro attuale e gli scenari futuri del Paese. Tra le regioni italiane c’è un evidente divario ed in alcuni casi anche molto accentuato. In generale al Sud le difficoltà sono maggiori e la Calabria le rappresenta tutte e conferma un gap che la spinge in spazi sempre più ristretti e marginali.
Studio e lavoro, distanze incolmabili
Si parte dall’asilo: l’Istat dice che la nostra regione è ultima con solo il 22,8% dei bambini fino a 2 anni di età iscritti al nido. La media nazionale si attesta sul 35,2% con punte del 49,7% in Emilia-Romagna e del 45,7% in Sardegna. Le cose migliorano un po’ quando si passa all’analisi della partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni. In questo ambito, con il 97,4%, la nostra regione va oltre il rendimento medio nazionale che tocca il 95%.
I calabresi di età compresa tra i 25 ed i 64 anni con almeno il diploma di scuola secondaria superiore sono il 61,5%, un punto sopra la media che si registra al Sud (60,2%), ma sei punti sotto la media nazionale (66,7%). Il 55,2% dei diplomati si iscrive all’università, quasi 3 punti sopra la media nazionale, mentre i laureati sono il 26,5%, 5 punti sotto. Il 10,8% dei giovani calabresi lascia gli studi precocemente: la media al Sud è pari al 9,8%.
Leggere e scrivere non è scontato
L’Istat evidenzia problemi in ordine alle competenze di base degli alunni. Il 59,5% degli studenti delle terze classi delle scuole medie ha difficoltà a svolgere operazioni numeriche ed il 50,8% ha forti carenze nella lettura e nella scrittura.
Calabria indietro anche sul fronte delle competenze di base digitali: dimostra di averne solo il 32,2% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni. Cresce, seppur di poco, il numero dei laureati calabresi che consegue titoli stem che oggi è in linea con la media nazionale. In crisi, invece, la partecipazione culturale fuori casa: la Calabria è ultima con il 24,9% contro il 37,4% di media italiana. Al Nord arriva al 40,4%. Calabria ultima anche in termini di lettura di libri e quotidiani e di fruizione delle biblioteche: per i primi si attesta sul 21%, contro una media del 35,3%, per le seconde è al 6,9% contro il 14,5% di media nazionale.
Oltre la fuga dei cervelli
Messi tutti insieme, questi numeri sono molto preoccupanti: mettono a rischio la tenuta socio-economica della regione in un quadro diffuso di crisi che necessita preparazione e abilità specifiche in vari ambiti. Le difficoltà evidenziate dall’Istat, soprattutto quelle di base, non fanno ben sperare per il futuro perché proiettano i loro forti limiti sul sistema delle imprese. Le aziende cercano personale con skills tecniche, scientifiche e digitali, capacità fortemente inespresse che l’analisi dell’Istituto nazionale di statistica mette in ombra. La mancanza di opportunità di lavoro che spinge tanti ad emigrare trova come termine più alto di confronto la richiesta di figure sempre più preparate e professionali. Senza formazione e senza competenze non si può pensare di trovare altrove ciò che la Calabria non offre.



