Unica erede in Italia di san Massimiliano Maria Kolbe, la comunità celebra la devozione comune di cattolici e ortodossi alla Vergine Maria e vive la solennità di questo Giorno in comunione con i pellegrini. Oggi alle 18 la concelebrazione eucaristica presieduta dal fondatore, padre Santo Donato
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Accogliendo l'appello all'Unità cristiana e della Chiesa lanciato in Turchia da papa Leone XIV in occasione della commemorazione dei 1700 anni del concilio di Nicea, la
Cittadella dell'Immacolata fondata in località Ceramida a Bagnara nel reggino, rafforza il suo messaggio ecumenico nel giorno solenne dell'8 dicembre e si propone come centro di preghiera e di devozione comune di cattolici e ortodossi alla Vergine Maria.
Ieri sera, infatti, la consueta solenne veglia di Preghiera è stata impreziosita dall’Akathistos, uno degli canti più antichi e significativi della tradizione liturgica orientale, scandito da invocazioni alla Vergine Maria ed eseguito in piedi in segno di profonda venerazione. "Non seduti" è infatti il significato di "akathistos" in greco.
Piccoli fratelli e sorelle dell'Immacolata
«La Cittadella dell'Immacolata - spiega padre Francesco Iermito, responsabile della Pastorale liturgica - si ispira alla volontà di San Massimiliano Maria Kolbe, presbitero e francescano polacco, martire di Auschwitz. Vi sono altre congregazioni nate nel solco dei suoi insegnamenti ma il nostro istituto di vita consacrata "Piccoli fratelli e sorelle dell'Immacolata", su impulso di padre Santo Donato diversi anni fa ha fondato questa Cittadella dell'Immacolata, di fatto l'unica in Italia ad avere concretizzato l'eredità di San Massimiliano Maria Kolbe, che auspicava comunità come la nostra in tutto il mondo.
Fin dall'inizio del nostro cammino in Calabria, iniziato già 25 anni fa come "Piccoli fratelli e sorelle dell'Immacolata", preghiamo per l'unità della Chiesa. Teniamo molto al compimento dell'Ecumenismo e di quell'Unità nella Diversità. Abbiamo, pertanto, condiviso subito la nostra devozione e la nostra preghiera con le comunità ortodosse di Seminara nel reggino e di Santa Maria del Mela nel messinese.
Il nostro cammino è sempre stato ecumenico. In Calabria pregnante è stata la presenza dei Bizantini. Dunque la Cittadella, nata qui, si è nutrita anche di questa storia, di fatto precorrendo i tempi rispetto a questo appello di papa Leone XIV e operando da sempre nella direzione di una chiesa unita e di una cristianità dialogante».
Devozione mariana comune
«L'inno dell’Akathistos - spiega ancora padre Francesco Iermito - celebra Maria perchè comune è la devozione di cattolici e ortodossi, seppure con dei distinguo che non dividono ma uniscono. Noi crediamo nel dogma dell'Immacolata, gli ortodossi la chiamano Tutta Santa. Noi parliamo di Assunzione e loro di Dormitio ma in entrambe le confessioni cristiane l'Amore di Maria e per Maria è identico come essenziale è il riconoscimento del ruolo della Vergine nella storia della Redenzione.
Noi intoniamo l’Akathistos tutti gli anni, nelle nostre tre solenni giornate: l'Annunciazione del 25 marzo, l'Assunzione del 15 agosto e l'Immacolata dell'8 dicembre. Ieri sera lo abbiamo rivissuto in modo speciale con i fedeli e i pellegrini giunti numerosi da tante diocesi della Calabria e della Sicilia.
La nostra preghiera, cattolica e ortodossa – sottolinea padre Francesco Iermito - di fatto si cala perfettamente nel clima di intenso ecumenismo richiamato in questo frangente storico dal nostro Papa. Ci poniamo, essendo nati e presenti in un territorio così particolare, come collante tra quelli che papa Giovanni Paolo II chiamava i due polmoni della Chiesa, quello orientale greco e quello occidentale latino».
La veglia ecumenica
La veglia di ieri sera è stata scandita dall'antico inno dell’Akathistos, seguito dalla proclamazione del Vangelo, dall'omelia, dall'offerta dell'incenso. E oggi altri quattro momenti solenni tra i quali la concelebrazione eucaristica delle 18, presieduta dal fondatore della Cittadella, e superiore generale, Santo Donato, alla presenza dei padri della Fraternità.
Alla solennità odierna, molto sentita e molto attesa, «la Cittadella si è preparata con le novene quotidiane, culminate nella veglia di ieri sera, e con i consueti dodici sabati consacrati alla Vergine Maria con i 200 laici, denominati i pellegrini dell'Immacolata», racconta ancora padre Francesco Iermito, responsabile della Pastorale liturgica della Cittadella dell'Immacolata.
Il respiro di Dio e della natura
Fede e spiritualità si fondono nella Cittadella dell'Immacolata a Bagnara dove saldati sono cielo e terra. L’odore della terra, dato dagli undici ettari di distesa verde affacciata sullo Stretto e popolati da ulivi secolari che abbracciano suggestivi luoghi di preghiera e contemplazione e la chiesa all'aperto, si mescola con il profumo del cielo rilasciato dalle migliaia di pellegrini che vengono a pregare per tutto l'anno, in particolare durante le Feste.
Ad accoglierle c'è la comunità spirituale mista, aspetto che unito all’ispirazione a padre Kolbe concorre all’unicità di questa realtà in Italia e, contrariamente alla diffusa crisi vocazionale, in crescita.
Oltre cinquanta Piccoli fratelli e sorelle dell'Immacolata in abito azzurro. Il loro cammino, scelto per avvicinarsi a Dio attraverso la devozione alla Vergine Maria, è iniziato 25 anni fa e prosegue nel segno dell'accoglienza, della comunione e della condivisione. A guidare il passo è Maria, attraverso il cui cuore Immacolato amato da Gesù, Dio è vicino e cammina accanto.
I progetti futuri
Vibrante spiritualità, gioiosa accoglienza dei pellegrini e un'intensa attività pastorale rivolta a fedeli, giovani e famiglie del territorio e oltre. Presto anche le opere di carità.
«Appena la burocrazia lo consentirà - spiega padre Francesco Iermito - realizzeremo un hospice per i malati terminali e una casa di accoglienza per madri detenute con prole in tenera età. Sentiamo a noi prossimi le carceri di Reggio Calabria, Palmi, Locri e Messina e conosciamo il dramma di tante madri che vogliamo provare ad alleviare. Il nostro padre Carlo Cuccomarino Protopapa, insieme a un equipe della Fraternità composta da frati e suore, presta assistenza spirituale alla popolazione detenuta nel carcere di Arghillà.
A beneficio dei pellegrini, anche loro sempre in crescita, abbiamo in progetto pure di costruire un'altra chiesa, più capiente dell'attuale dove non arriviamo ad accogliere duecento persone. I flussi che registriamo, soprattutto la domenica, sono superiori e noi vorremmo accogliere tutti perchè l'abbraccio di Maria è infinito», conclude padre Francesco Iermito, responsabile della Pastorale liturgica della Cittadella dell'Immacolata di Bagnara.



