Sarà una piattaforma aperta che può fare affidamento già sull’Insubria e la Federico II di Napoli. Il rettore Greco: «Stiamo sviluppando tecnologie che fino a pochi anni fa erano confinate alla fantascienza. Esse pongono il sistema universitario di fronte a una grande responsabilità»
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Un centro nazionale su Quantum Technologies e Intelligenza Artificiale, dedicato ad Alessandro Volta e che coinvolgerà anche l’Università della Calabria. Questo l’annuncio di Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega all'Innovazione tecnologica e alla transizione digitale, intervenuto a Roma agli Stati generali del quantum, l’evento sul futuro delle tecnologie quantistiche in Italia.
«In occasione del bicentenario della morte di Alessandro Volta sosteniamo la creazione di un centro nazionale a lui dedicato. - ha affermato Butti - Non sarà un laboratorio locale, né un’iniziativa circoscritta, ma un’infrastruttura nazionale che valorizzerà le competenze distribuite da nord a sud. Un centro che è già in rete con le università: cito l'Insubria, l'Università della Calabria di Cosenza, la Federico II di Napoli. Sarà una piattaforma aperta, dove ricerca, formazione avanzata, imprese e pubblica amministrazione potranno lavorare insieme su algoritmi quantistici, intelligenza artificiale, simulazioni e applicazioni industriali ad alto impatto. Non sarà un luogo chiuso destinato a ristrette oligarchie, ma uno spazio in cui la teoria diventa concretezza».
La possibilità di un concreto coinvolgimento dell’Università della Calabria in questa importante iniziativa nazionale è stata confermata dal rettore Gianluigi Greco, intervenuto agli Stati Generali del Quantum come relatore sui temi dell’alta formazione e delle competenze necessarie per sviluppare un ecosistema quantistico di seconda generazione.
«Stiamo sviluppando tecnologie che fino a pochi anni fa erano confinate alla fantascienza. Esse pongono il sistema universitario di fronte a una grande responsabilità. La domanda che dobbiamo porci è chiara: siamo in grado di affrontare la sfida delle competenze?» ha sottolineato il rettore Greco, nel corso di un evento che ha visto anche la partecipazione dei ministri dell’Università, Anna Maria Bernini, della Difesa, Guido Crosetto, dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e delle Imprese, Adolfo Urso.
Nel suo intervento, il rettore Greco ha sottolineato come la formazione per affrontare la rivoluzione quantistica richieda un approccio fortemente interdisciplinare. «I percorsi formativi nel campo quantistico devono saper andare oltre alla semplice collaborazione tra fisici, informatici e ingegneri - ha spiegato -. Serve formare professionisti capaci di padroneggiare tutti questi linguaggi diversi, di comprendere le basi fisiche delle tecnologie quantistiche, di tradurre questa conoscenza in soluzioni ingegnerizzate e di sviluppare algoritmi capaci di creare valore per il tessuto produttivo».
Il rettore ha poi ricordato come la tecnologia quantistica riporti alla complessità dei primi calcolatori degli anni ‘50: oggi, sui computer tradizionali, gli studenti sono abituati a sviluppare sistemi con un elevato livello di astrazione, ma il quantum ci riporta indietro nel tempo, alla pionieristica figura del programmatore che deve conoscere l’architettura fisica del calcolatore. La formazione deve inoltre integrare l’uso dell’intelligenza artificiale, combinando calcolo quantistico e strumenti di analisi avanzata per creare processi applicativi innovativi e gestire dataset complessi.
«La conoscenza nel settore oggi scorre più rapidamente tra le ricercatrici e i ricercatori che nei libri di testo - ha concluso Greco. - L'Italia ha fatto tantissimo in questi anni, finanziando importanti programmi di ricerca a valere, in particolare, su risorse PNRR. Oggi abbiamo dunque un tessuto di valenti ricercatori che dovranno rappresentare la leva della formazione futura per il mondo del quantum».

