I dati rilevati dal sistema di sorveglianza Passi diffusi in occasione della European Mobility Week mostrano percentuali ben al di sotto delle medie nazionali, con ripercussioni negative su ambiente e salute
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Sempre più “seduti”. Così appaiono gli italiani attraverso i numeri rilevati dal sistema di sorveglianza Passi, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, pubblicati in occasione della European Mobility Week che si tiene dal 16 al 22 settembre. Diminuisce infatti la quota di chi preferisce spostarsi in bici o a piedi per le proprie attività quotidiane.
Nella tabella relativa agli anni 2023-2024, la Calabria appare tra le uniche tre regioni in Italia (assieme ad Abruzzo e Umbria) con tutte le caselle rosse. Cosa significa? Che in riferimento agli indicatori “uso della bici”, “tragitti a piedi”, “mobilità attiva” e “attivi per mobilità attiva praticata” siamo sempre sotto la media nazionale. Che già di per sé non è particolarmente rassicurante.
«Per mobilità attiva – spiega l’Iss – si intende la scelta di andare in bicicletta o a piedi per recarsi al lavoro o a scuola o nei propri spostamenti abituali, in alternativa all’uso di veicoli a motore. Oltre che vantaggiosa per l’ambiente, la mobilità attiva offre la possibilità di raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e avere benefici sulla salute».
L'indagine dell’Iss mostra che la bicicletta è utilizzata per gli spostamenti quotidiani dal 10,1% degli adulti (18-69 anni) mentre va a piedi il 38,6%. Le percentuali calabresi sono invece rispettivamente del 4,3% e 18,2%. Nel primo caso siamo terzultimi davanti a Umbria e Molise, nel secondo penultimi con alle spalle la sola Umbria.
Entrambe le modalità di spostamento attivo sono più frequenti al Nord. In particolare, la bici è usata dal 15% dei cittadini nel Nord contro il 7% di quelli residenti nel Meridione. Il dato più elevato si registra nella Provincia Autonoma di Bolzano. Anche l'abitudine di spostarsi a piedi è più frequente al Nord che nel resto del Paese ed è nuovamente la Provincia Autonoma di Bolzano, seguita dal Piemonte, a registrare il valore più alto.
«L’Oms – sottolinea l’Iss – raccomanda di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività moderata, o 75 minuti di attività intensa o combinazioni equivalenti delle due modalità. Andare in bicicletta o percorrere dei tragitti a piedi per gli spostamenti abituali può essere considerata attività fisica moderata. Ricorrere alla mobilità attiva, facendo uso di bicicletta o spostandosi a piedi, cumulando almeno 150 minuti settimanalmente garantirebbe il raggiungimento dei livelli minimi di attività fisica raccomandati dall’Oms, indipendentemente dall’attività fisica praticata nel tempo libero o durante l’attività lavorativa».
«Si possono definire “fisicamente attive per la pratica di mobilità attiva” – aggiunge l’Iss – le persone che usano la bicicletta o vanno a piedi per gli spostamenti abituali per almeno 150 minuti a settimana, “parzialmente attive per la pratica di mobilità attiva” le persone che dichiarano di spostarsi abitualmente in bicicletta o a piedi senza raggiungere però i 150 minuti a settimana; e le persone che non praticano mobilità attiva possono essere denominate come “non attive per mobilità attiva praticata”».
Gli attivi rilevati in Calabria sono il 12,2%, a fronte di una percentuale nazionale del 19,2%. Pochi, in entrambi i casi. E sicuramente a pesare, oltre alla conformazione non sempre agevole del nostro territorio, sono anche ritmi di vita e città non “attrezzate” per favorire gli spostamenti senz’auto (vedi assenza di piste ciclabili o di servizi di bike sharing, così come l’assenza di marciapiedi sicuri o illuminazione). Soprattutto al Sud. Con la perdita di benefici – collettivi e personali – che ne consegue.