La Chiesa italiana è da tempo uscita dai suoi sacri uffici per misurarsi con le dure realtà territoriali. In Calabria bussano alle porte le elezioni regionali. Cosa chiedono allora i vescovi ai prossimi amministratori?

Interesse collettivo bene supremo

«Al primissimo posto un appello agli elettori: bisogna andare a votare – esordisce così monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, nella sua veste di vicepresidente della Conferenza episcopale calabrese –. Poi a chi invece si candida naturalmente l'invito è di produrre programmi che siano attenti, non a interessi particolari, ma all'unico grande interesse che è il bene comune di questa regione, il bene di tutti, in particolare di quelle fasce che faticano di più a vivere, a vivere la propria vita con dignità e a viverla qui su questo territorio» 

I valori prioritari

Sanità, lavoro, criminalità sono situazioni che incidono pesantemente ogni giorno sulla vita dei calabresi. «Sono i settori più importanti: la sanità tocca tutti indistintamente e anzi soprattutto i più fragili e quelli che hanno bisogno come salute. Giustizia e legalità sono pure prioritari, proprio per ridare dignità a questa regione. Quindi anche qui più che suggerire cosa fare, suggerire di tenere in agenda questi argomenti come prioritari e cercare di dare risposte politiche che siano significative».

La pace costruita da tutti

La sala riunioni dell'Episcopio catanzarese

Davanti ai genocidi in corso, qual è l'atteggiamento del cristiano che non voglia sconfinare nella politica in senso stretto? «È ormai una barbarie quella cui stiamo assistendo, che è insopportabile e che trova nel grido del Papa, prima Papa Francesco, adesso Papa Leone, nel grido l'invito perentorio a cessare immediatamente queste tragedie. Quindi – conclude mons. Maniago – questo è il desiderio che intanto va condiviso come preghiera, che per il cristiano è un modo attivo di essere presenti, perché poi si traduce in quegli atteggiamenti di pace che il cristiano vive tutti i giorni e che contribuiscono a creare un clima, un contesto, un mondo di pace».