Lo avevano salvato soccorrendolo per una crisi cardiaca e oggi ha incontrato i due agenti di polizia per ringraziarli. Luciano Fida, 38 anni, originario di San Giorgio Morgeto, comune della Piana di Gioia Tauro, il 18 agosto 2016 si stava recando in auto a Polistena, quando è stato colto da un malore improvviso. «Sono riuscito a fermare la macchina - ha raccontato oggi in Questura dove, con la moglie Lidia Fazari, è stato accolto dal questore Raffaele Grassi - pensando di non farcela. Sono invece arrivati due agenti di polizia ed hanno evitato il peggio. Se non mi avessero sottoposto a massaggio cardiaco e a iperventilazione probabilmente sarei morto. Stamattina finalmente li ho conosciuti da vicino, grazie al giornalista Michele Albanese ed alla disponibilità del questore Grassi.

 

L'assistente capo Nicola Polimeni e l'agente Danilo Li Vecchi, operatori del commissariato di Palmi - ha detto Grassi - erano impegnati nell'operazione 'focus 'ndrangheta'. Non hanno avuto incertezze, operando con tempestività e contribuendo così a salvare la vita a Luciano Fida. Una vicenda che sarebbe finita nell'oblio. Nel dicembre scorso però, il giornalista Michele Albanese aveva reso noto il desiderio del signor Fida e della moglie di conoscere gli agenti che lo avevano soccorso per esprimere gratitudine. Gli agenti, tra l'altro, pensando fosse un gesto strettamente umanitario, non avevano neppure presentato alcuna relazione sull'accaduto. Li abbiamo allora cercati, comunicando loro l'intenzione della famiglia Fida e oggi siamo riusciti a farli incontrare.

 

Voglio inoltre ringraziare - ha detto Fida - Giuseppe Mazzeo, infermiere di Gioia Tauro, il quale ha aiutato gli agenti a soccorrermi comprendendo la gravità della situazione in cui mi trovavo».