Il cardinale denuncia le profanazioni mafiose al e invita i fedeli a difenderne la sacralità. Il rettore don Saraco: «Ho avuto paura per le minacce subite negli anni»
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«Il santuario di Polsi, in passato, è stato profanato più volte. Quella che è la casa della Madre di Dio, Madre di tutti, una casa di misericordia, consolazione e fraternità, era diventata un luogo per interessi privati, che bisogna chiamare col loro nome: mafiosi. Chi fa della casa di Dio un luogo di interessi senza scrupoli, senza legge né onestà, offende Maria, la Chiesa tutta e la comunità umana». Così il cardinale Matteo Maria Zuppi nella sua intensa riflessione sul numero in edicola di Maria con te, settimanale mariano del Gruppo Editoriale San Paolo, alla vigilia della festa della Madonna di Polsi, di cui avrebbe dovuto presiedere la Messa solenne del 2 settembre.
I festeggiamenti sono stati poi annullati in seguito alle polemiche per il loro “trasferimento” allo stadio di Locri deciso dalla diocesi per l’inagibilità delle strade che conducono al santuario aspromontano a rischio di frane. Il tempio nel Reggino, in passato “vittima” di infiltrazioni criminali, oggi è tornato “nelle mani” dei fedeli grazie all’impegno del vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, e del rettore, don Tonino Saraco, che racconta a Maria con te la rinascita del santuario dopo il suo arrivo nel 2017: «In un contesto così aspro e difficile, questa chiesa è diventata un approdo di speranza in cui Maria è per tutti Madre di Speranza. Ho avuto paura per le minacce subite negli anni, è difficile non averne. Ma anche in questo la Vergine è stata un esempio: Lei per prima, infatti, dovette convivere col dolore. Noi cristiani siamo chiamati ad affrontare le prove senza tirarci mai indietro. La vicinanza del cardinale Zuppi è molto importante: è l’espressione della Chiesa italiana che guarda a questo luogo ferito. Abbiamo già avviato i lavori per la ristrutturazione e per la nuova strada. Quella attuale, così impervia e disastrata, lo rendeva un luogo isolato, favorendo chi arrivava con cattive intenzioni».