Un luogo simbolo della città per ricordare una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia politica e istituzionale del Vibonese. Largo Gagliardi cambia nome e diventa “Largo senatore Antonino Murmura”, in omaggio allo storico esponente della Democrazia cristiana scomparso nel 2014. L’intitolazione è avvenuta in occasione della Giornata della memoria e della vibonesità, promossa per valorizzare il legame tra identità e territorio.

L’iniziativa - organizzata dall’associazione Ali di Vibonesità con il patrocinio del Comune e della Provincia e la collaborazione del gioielliere Salvatore Franzè - ha avuto inizio a palazzo Gagliardi, per poi concludersi con lo svelamento della targa commemorativa davanti alla casa-museo del senatore, in quella che ora è ufficialmente “Largo senatore Antonino Murmura”. Presenti numerose autorità civili, militari e religiose, tra cui il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, il presidente della Provincia Corrado L’Andolina e il vescovo Attilio Nostro, che ha impartito la benedizione alla targa.

A Vibo Valentia una cerimonia solenne per ricordare il senatore Antonino Murmura, politico e statista tra i principali artefici dell’istituzione della Provincia vibonese. In occasione della “Giornata della vibonesità”, l’intitolazione di largo Gagliardi ha suggellato l’omaggio della città a uno dei suoi protagonisti storici.

Figura di riferimento per la comunità vibonese e per la Calabria intera, Murmura fu eletto sindaco di Vibo Valentia per la prima volta nel 1952, poi ancora nel 1964, mentre nel 1960 fu consigliere e assessore della Provincia di Catanzaro. Nel 1968 approdò al Senato, dove rimase per sette legislature consecutive fino al 1994. A lui si deve, soprattutto, la storica battaglia per l’elevazione del territorio vibonese al rango di Provincia, ottenuta nel 1992: un traguardo che ancora oggi segna una tappa fondamentale nella storia istituzionale della città.

Una cerimonia, quella di ieri, dal forte impatto emotivo, pensata per commemorare non solo l’uomo delle istituzioni, ma anche il politico capace di creare un legame autentico con i cittadini. Un sentimento emerso in particolare dalle parole di chi lo ha conosciuto da vicino. «È importante che ci sia una memoria di una persona che ha dato tantissimo per Vibo Valentia», ha affermato il sindaco Enzo Romeo, tracciando il profilo di Murmura come uomo del dialogo: «Era un politico capace di parlare con tutti, dagli amministratori alle persone più semplici. Sapeva ascoltare, risolvere problemi, e soprattutto era sempre presente. Rappresentava una politica concreta, fatta di contatto umano. Il nostro desiderio è che questa piazza sia realmente legata al suo ricordo e alla straordinaria eredità che ci ha consegnato».

Anche Giuseppe Sarlo, presidente dell’associazione Ali di Vibonesità, promotrice dell’iniziativa, ha voluto sottolineare l’importanza storica della giornata: «Siamo riusciti a ricordare nella maniera giusta un grande padre della provincia di Vibo. Le iniziative assunte durante il suo percorso politico sono valse ad elevare la dignità di questa città e di questo territorio. Siamo veramente grati, come cittadini, di aver avuto un uomo di così grande talento e intelligenza, che ha aiutato appunto questo territorio a diventare protagonista in Calabria».

Un momento particolarmente toccante è stato quello dell’intervento di Maria Murmura Folino, moglie del compianto senatore e presidente della Fondazione Antonino e Maria Murmura, che ha offerto uno sguardo più personale, privato, ma non meno significativo: «Era un uomo del popolo. Se davanti a lui c’erano un mecenate e una persona umile, lui riceveva prima chi aveva bisogno. La sua era una politica dell’ascolto, fatta con amore», ha ricordato emozionata.


«Io sono arrivata a Vibo nel 1963, non pensavo di restare. E invece siamo rimasti, abbiamo lavorato insieme per la cultura, per il territorio. Mio marito ha portato qui tante cose, dalla Nuova Pignone alla scuola di polizia. Era molto amato, davvero tanto». Un aneddoto, raccontato con il sorriso, restituisce l’immagine di un uomo davvero trasversale, stimato oltre le appartenenze politiche: «Un giorno, durante la campagna elettorale, mi trovai a parlare in un piccolo paese del Vibonese, credo fosse Vazzano. Ero lì per illustrare il programma della DC, quando un uomo si alzò e mi disse in dialetto: “Signora, voi parlate bene, ma noi a Murmura votiamo!”. Non sapevano nemmeno che fossi sua moglie».

«Non c’è futuro se non c’è memoria», ha concluso. E l’intitolazione della piazza è proprio questo: un gesto simbolico e concreto per tenere viva la memoria di un uomo che ha segnato profondamente il suo tempo e la sua terra.