Tanta leggerezza ma anche approfondimenti tematici: tra tanti format effimeri e ripetitivi, la trasmissione di Occhiuzzi ogni giorno dopo il telegionale dell’ora di pranzo regala al pubblico calabrese compagnia e serenità
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Di rado, nel panorama televisivo contemporaneo, affiora un prodotto capace di coniugare brillantezza e misura, levità e rigore, tradizione e freschezza creativa. "Vengo dopo il TG", la trasmissione condotta da Francesco Occhiuzzi, in onda tutti i giorni dopo il notiziario della rete, si impone quale fiore prezioso in un giardino mediatico spesso affollato da format effimeri e ripetitivi. Essa non soltanto perpetua l’antica vocazione della televisione come focolare domestico di buoni sentimenti e di elegante intrattenimento, ma riaccende la nobile ambizione – oggi quantomai rara – di restituire alla televisione la sua funzione di compagnia culturale, di rito collettivo capace di entrare nelle case con garbo e con spirito di partecipazione.
La missione dichiarata, quella di portare leggerezza e serenità al pubblico calabrese, si traduce in una sorprendente forza centrifuga. "Vengo dopo il TG" travalica subito i confini regionali, guardando a una qualità e a un respiro autenticamente nazionali. Non semplice trasmissione locale, bensì varietà nel senso più alto del termine, esso richiama alla memoria gli albori d’oro della televisione italiana, quando Canzonissima e Fantastico animavano le serate familiari trasformando lo schermo in un palcoscenico di sogni, melodie e sorrisi.
In una puntata della scorsa settimana, ho avuto il piacere di essere ospite, e la trasmissione si è rivelata tangibile conferma di quanto sappia essere al contempo salotto colto e spazio giocoso, luogo accogliente e palcoscenico di idee. Al fianco di Occhiuzzi, conduttore dotato di una naturale predisposizione all'ascolto e di un garbo ormai quasi aristocratico, abbiamo ripercorso pagine luminose della storia televisiva italiana, fermandoci sulle trasmissioni che hanno plasmato l’immaginario collettivo nazionale e conducendo il pubblico in un viaggio attraverso voci, volti e atmosfere che costituiscono il patrimonio affettivo del nostro Paese. Ed è proprio in questa evocazione di fasti passati, abilmente coniugata con l’attenzione al contemporaneo – si pensi a format come Ballando con le stelle o alla citazione di personalità quali Barbara d’Urso e Francesca Fialdini – che la trasmissione trova la sua cifra più alta: l’equilibrio armonico tra memoria e modernità, nostalgia e rinnovamento.
Nella mia ospitata abbiamo ripercorso aneddoti musicali e televisivi, dal duetto Mina-Battisti di Teatro 10, passando per Canzonissima, fino al ricordo dei grandi registi televisivi di un tempo: Antonello Falqui, Romolo Siena e gli altri...
In studio, la presenza del talentuoso Giuseppe Cosentino, al pubblico conosciuto come “Maestro Sorrentino”, e quella di Orazio, personaggio emblematico partorito dall’acume creativo di Occhiuzzi, hanno conferito alla trasmissione un ulteriore tono d’arguzia e di vivacità intellettuale. Il Maestro Sorrentino, con ironia colta e sapiente senso della misura, incarna perfettamente l’anima giocosa del programma, mentre Orazio, figura originale e sorprendente, diviene alter ego surreale, specchio deformante eppure profondamente umano dello spettatore.
Non si può poi tacere l’eccellenza della regia e della squadra tecnica: professionisti silenziosi e dediti, che con precisione plasmano ritmo, luce, suono, restituendo allo spettatore un prodotto raffinato e armonioso. In un’epoca dominata da effetti rumorosi e da estetiche esasperate, l’eleganza misurata del comparto tecnico di "Vengo dopo il TG" è un balsamo per l’occhio e per l’animo.
A impreziosire ulteriormente la puntata nella quale sono stato ospite anche io, la presenza del dottor Ferdinando Caldiero, commercialista di pregevolissima competenza: la sua partecipazione testimonia la natura poliedrica del programma, capace di passare con naturale grazia dalle atmosfere da varietà all'approfondimento tematico, senza mai smarrire la fluidità del dialogo né la sua vocazione divulgativa. Ciò conferma quanto "Vengo dopo il TG" sappia unire il sorriso alla riflessione, l’intrattenimento all’argomentazione, mantenendo sempre quel registro “di mezzo” che sa parlare al grande pubblico senza mai rinunciare alla cura del contenuto.
La mia ospitata ha segnato l’inizio di un ciclo prezioso: insieme a Francesco Occhiuzzi continueremo a esplorare, narrare e celebrare i protagonisti, le trasmissioni e le voci che hanno contribuito a rendere immortale la televisione e la musica italiana. Sarà un percorso di memoria, ma soprattutto di curiosità e di scoperta; un tributo alla storia del piccolo schermo e alla musica italiana. Un invito a riconoscerne ancora la potenza culturale che il mezzo scenico ha sui cittadini.
La missione sarà quella di ritornare, ancora e ancora, a raccontare la storia di un Paese attraverso la magia dei suoi schermi.


