Quando un bene sottratto alle mafie diventa bene comune, quello spazio chiuso e simbolo di sopraffazione si trasforma in opportunità, crescita e speranza per un’intera comunità. È questo il senso profondo del progetto “Una Fattoria Sociale”, promosso, candidato e realizzato dal comune di Conflenti e finanziato dal ministero dell’Interno nell’ambito del PON “Legalità” FESR 2014–2020.

Un percorso che giunge ora a compimento e che nasce da una chiara scelta politica e amministrativa: realizzare un progetto di recupero e rifunzionalizzazione dell’immobile confiscato noto come “Villa bunker”, oggi finalmente restituito alla collettività. La consegna ufficiale del bene – per la parte strutturale - avverrà nel corso di un evento pubblico in programma lunedì 22 dicembre, alle 11.30, in località San Mazzeo Contrada Venti Palmi, alla presenza del sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Wanda Ferro, del Prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, del presidente della Provincia Mario Amedeo Mormile, del sindaco di Conflenti Francesco Emilio D’Assisi e del presidente della commissione regionale contro la ’ndrangheta Marco Polimeni. Prevista anche la benedizione della struttura a cura di don Giovanni Marotta, parroco di Conflenti.

Il progetto “Una Fattoria Sociale” nasce con l’obiettivo di trasformare un bene confiscato alla criminalità organizzata in un luogo aperto, inclusivo e generativo, capace di produrre valore sociale, culturale ed economico non solo per Conflenti, ma per l’intero territorio circostante. L’intervento si inserisce nel quadro del programma operativo nazionale “Legalità” FESR 2014–2020 – Asse 3 (a cui ha partecipato la precedente amministrazione comunale si cui l’attuale ha raccolto l’eredità e l’impegno a realizzare il progetto) dedicato alla promozione dell’inclusione sociale attraverso il recupero dei beni confiscati alle mafie, e rappresenta un esempio concreto di rigenerazione urbana e sociale fondata sui principi della legalità, della partecipazione e della responsabilità collettiva.

L’immobile, per anni simbolo di chiusura e illegalità, assume oggi una nuova funzione pubblica, diventando presidio di legalità e coesione sociale. Completamente riqualificata e rifunzionalizzata, la struttura sarà destinata a fattoria didattica e sociale, centro di aggregazione e inclusione, spazio formativo e culturale e polo multifunzionale per attività educative e comunitarie. Gli ambienti ospiteranno aule didattiche, laboratori, spazi polivalenti, area mensa e servizi, garantendo piena accessibilità anche alle persone con disabilità e superando ogni barriera architettonica.

Il progetto si rivolge in particolare a soggetti vulnerabili e a rischio di esclusione sociale, giovani e disoccupati, persone con bisogni speciali, ma anche a famiglie, cittadini, associazioni ed enti impegnati nel sociale. La “Fattoria Sociale” vuole essere un luogo di incontro intergenerazionale, di apprendimento e di sperimentazione di buone pratiche legate all’agricoltura sociale, alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle tradizioni locali.

Elemento centrale dell’iniziativa è la dimensione partecipativa. Il Comune di Conflenti, in qualità di soggetto beneficiario e gestore del progetto, intende favorire collaborazioni con enti, associazioni, scuole e comuni limitrofi, promuovendo percorsi di coprogettazione e un utilizzo condiviso della struttura.

La “Fattoria Sociale” non è pensata come un intervento isolato, ma come una infrastruttura sociale permanente, capace di attivare reti territoriali, rafforzare il senso di appartenenza e contribuire concretamente alla prevenzione del disagio e della marginalità. Con un finanziamento complessivo di 686.531,44 euro e una durata progettuale di 24 mesi, “Una Fattoria Sociale” rappresenta un investimento strategico per il futuro del territorio, in grado di coniugare legalità, sviluppo locale e inclusione sociale.