Il dietrofront della Regione Calabria sulla costituzione di parte civile nel processo per i presunti mancati soccorsi che avrebbero causato la strage di Cutro non è sfuggito all’opposizione. Il Pd Calabria coglie l’occasione del ripensamento istituzionale per attaccare il presidente Roberto Occhiuto. Lo fa in una nota in cui i dem evidenziano che «Occhiuto ha calato la testa davanti a Salvini, rinnegando giustizia e dignità istituzionale. Ha voltato le spalle alle 94 vittime del naufragio di Steccato di Cutro e ha infangato il nome della Regione Calabria, scegliendo la sudditanza politica al posto del coraggio morale».

Il dietrofront della Regione e l’intervento di Salvini

Il riferimento è al fatto che neanche il Governo Meloni sarà presente nel processo. In effetti, la decisione iniziale della Cittadella di schierarsi accanto alle famiglie delle vittime era parsa sintomo di uno strappo anche politico rispetto alle posizioni dell’esecutivo nazionale. Nel giro di poche ore, però, la frattura si è ricomposta con una spiegazione tecnica diffusa nella serata di ieri, lunedì 12 maggio, dagli uffici della Cittadella. Un errore materiale, in soldoni: la Regione non aveva capito che il processo partito ieri vedeva come imputati sei militari di Guardia costiera e Guardia di Finanza e non gli scafisti (per i quali peraltro le condanne sono già arrivate). A dare una coloritura politica all’infortunio è stata l’Usim (Unione sindacale italiana marina): in un primo momento deluso dalla scelta di Occhiuto, il sindacato ha apprezzato il passo indietro propiziato dall’«intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, informato sull’accaduto da parte del segretario nazionale dell’Usim, Paolo Fedele, e il capo dipartimento Relazioni Esterne, Gaetano Giannace». Per Usim, dunque, Roma avrebbe richiesto il contrordine e la Giunta regionale avrebbe eseguito prontamente.

«La Regione ha dimenticato le vittime per servire i padroni»

Fin qui la storia del ripensamento. Per Nicola Irto, senatore Pd e segretario dei dem calabresi si tratta di «un fatto gravissimo che segna una resa istituzionale senza precedenti. Dopo aver annunciato la volontà di partecipare al procedimento penale in corso a Crotone, che vede imputati sei militari italiani per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, la Regione ha fatto marcia indietro con l'incredibile motivazione di non sapere chi fossero gli imputati. È l'ennesima conferma di un sistema di potere che agisce solo su ordine politico e che, di fronte alle pressioni di vertice, si genuflette».

«Si tratta - sostiene il Pd Calabria - di un tradimento istituzionale, di un insulto alla verità, di un'umiliazione per la nostra terra. La Regione si era costituita parte civile nei processi contro gli scafisti e aveva ottenuto risarcimenti e riconoscimenti morali. Oggi, quella stessa Regione, si tira indietro. Il Partito democratico della Calabria esprime sdegno per questa scelta vile, opaca e politicamente subalterna».

«La Calabria non dimentica Steccato di Cutro: non dimentica i volti dei bambini annegati, le bare bianche, il dolore immenso di quei giorni. Chi oggi governa la Regione ha invece deciso - concludono i dem - di dimenticare tutto e per servire dei padroni». Nel processo sui presunti mancati soccorsi, però, lo Stato non ci sarà.