La premier finisce sotto il tiro incrociato di Bonelli, Conte e Schlein. Giunta regionale in tilt per il dietrofront sulla costituzione di parte civile nel processo sul naufragio prima annunciata e poi ritirata. E il Pd in Calabria si avvicina a un congresso senza un confronto reale
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Quella che sta per volgere al termine è stata una settimana turbolenta per la politica nazionale e regionale. Da Roma a Catanzaro, da Meloni a Occhiuto, è la confusione istituzionale a regnare sovrana nelle stanze dei bottoni a tutti i livelli. A cominciare dalla presidente del Consiglio che si è presentata a Montecitorio – per il premier time – dove non sono mancati i colpi di scena, le accuse di ipocrisia rispetto alla posizione del governo su Gaza e gli scontri con i leader dell'opposizione su politica estera, sanità e spese militari.
Caos politico a Roma: Meloni sotto accusa su Gaza e spese militari
Sollecitata da Angelo Bonelli di Avs a prendere una posizione chiara rispetto a quanto sta accadendo nella Striscia, Meloni ha detto che su Gaza il governo italiano non ha condiviso diverse scelte, «non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c'era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas e la crudeltà rivolta agli ostaggi». La premier ha chiarito che il ritiro dell'ambasciatore italiano in Israele non rientra nei piani di Palazzo Chigi.
«Sono convinta, sulla base delle numerose conversazioni che ho avuto in questi mesi con i leader della regione, che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di portare alla fine del conflitto e aprire la strada al percorso verso i due Stati», ha detto ancora Meloni. «Resto convinta che, per farlo – ha proseguito – occorra partire dal piano di ricostruzione proposto dai Paesi arabi. Questo – ha concluso la premier – è il vero obiettivo su cui il governo continua a impegnarsi, mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico, ed è per questo che non è nell’intenzione del Governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele». Parole che hanno fatto infuriare Bonelli. «Signora presidente, io sono inorridito, indignato dalla sua ipocrisia. Ipocrisia che si manifesta nel non avere avuto il coraggio di condannare i fatti criminali che stanno accadendo. Ma lei, da madre, come si sente a vedere 18.000 bambini uccisi?», ha affermato Bonelli.
Conte e Schlein all'attacco: spese militari e sanità al centro dello scontro
Poi è stato il turno di Giuseppe Conte che oltre a oltre a domandare alla Meloni risposte sull'aumento delle spese militari – alle quali la premier ha replicato in maniera piccata ricordando che era stato il Movimento cinque stelle a firmare per le spese militari al 2% – ha fatto un appello in cui ha chiesto di mantenere un minuto di silenzio per Gaza. L'opposizione tutta si è alzata in piedi mentre i membri del governo, il premier e i deputati di maggioranza sono rimasti immobili. «Rimane seduta presidente», ha sottolineato Conte. «Sciacallo», lo hanno apostrofato dai banchi di FdI. A completare il quadro lo scontro con Schlein sulla sanità e la protesta inscenata dal deputato Riccardo Magi che si è presentato in Aula vestito da fantasma per protestare contro il silenzio che imperversa in merito al referendum del 8 e 9 giugno.
Regione Calabria nel caos: il caso Cutro e il ritiro choc della costituzione di parte civile
Anche sul fronte della Cittadella regionale, a regnare è stata la confusione sia sul piano politico che amministrativo. In scena è andata la decisione di depositare e poi ritirare la richiesta di costituirsi parte civile nel procedimento in corso al tribunale di Crotone sul naufragio di Cutro. La richiesta era stata depositata lunedì mattina durante l’udienza preliminare in cui sono state presentate in tutto 113 richieste di costituzione di parte civile tra familiari delle persone morte, superstiti e associazioni. Nella serata dello stesso giorno, però, la Regione, in modo maldestro, ha fatto sapere che l’avrebbe ritirata dicendo sostanzialmente che c’era stato un errore.
Nel procedimento sono imputati quattro militari della Guardia di finanza e due ufficiali della Guardia costiera con le accuse di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Le accuse rivolte a Occhiuto hanno riguardato in particolare il fatto di aver obbedito a un diktat imposto da Matteo Salvini, in quanto erano stati i sindacati di Guardia Costiera e Guardia di finanza a salutare con favore la scelta della Calabria, sottolineando il decisivo intervento del vicepremier.
Scontro interno alla giunta Occhiuto: lo strappo sull’evento al Salone del Libro
Come se non bastasse, un'altra tegola si è abbattuta sull'undicesimo piano della Cittadella direttamente dal Solone del Libro di Torino. La presa di posizione dell'assessore alla Cultura, la leghista Caterina Capponi, che nonostante le rimostranze di Occhiuto non ha inteso eliminare dalle presentazioni dello stand Calabria quella del libro dell'ex deputata M5s Elisa Scutellà sul "Caso Gentile", e dunque fortemente critico nei confronti della stessa maggioranza di centrodestra, comunque la si pensi, ha mostrato una crepa evidente nel governo regionale "centralizzato" da Occhiuto. Non era mai accaduto che un assessore si ribellasse tanto platealmente alla volontà del governatore. Se tutto ciò avrà delle conseguenze sul piano politico sarà il tempo a dirlo, quel che appare evidente è che l'influenza e il rinnovato slancio nella gestione del potere regionale della pattuglia leghista sta creando non pochi problemi al vice coordinatore nazionale di Forza Italia.
Pd Calabria verso Irto segretario: congresso senza confronto reale
In casa Pd, invece, sta per concludersi la fase congressuale che porterà alla nomina del candidato unico, Nicola Irto, alla segreteria regionale del partito. Al di là della unitarietà di facciata che la candidatura porta con sé, in una fase storica in cui il partito democratico avrebbe quanto mai bisogno di un confronto schietto tra l'anima Bonacciniana e quella che fa riferimento a Schlein, l'impressione diffusa nella base, a prescindere dal giudizio sul senatore reggino, è che il congresso faccia da base al solito gioco ad incastri e di spartizione delle candidature in viste dei prossimi appuntamenti elettorali.