I negoziati sulla guerra in Ucraina si sono interrotti bruscamente: Donald Trump ha deciso di sospendere i colloqui per telefonare a Vladimir Putin, come riportato da Bloomberg e Bild. Un gesto che ha sorpreso i leader europei presenti alla Casa Bianca, dove era atteso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Trump: «Pace anche senza tregua»

Durante l’incontro con Zelensky e i leader europei, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni, Trump ha chiarito la sua posizione: «Non è necessario un cessate il fuoco. Mi piace l’idea di una tregua, ma un’intesa si può raggiungere mentre si combatte», ha dichiarato, ricordando le «sei guerre risolte negli ultimi sei mesi».

L’ex tycoon ha rinviato l’ipotesi di un vertice trilaterale con Putin: «Tra una o due settimane scopriremo se questa orribile guerra continuerà». Ha però ribadito l’impegno americano a fornire garanzie di sicurezza a Kiev, senza escludere un domani la presenza di truppe statunitensi.

Europa: «Prima la tregua»

Di diverso avviso i partner europei. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato: «Non posso immaginare un prossimo incontro senza un cessate il fuoco». Sulla stessa linea il presidente francese Emmanuel Macron: «È una necessità».

Il timore nelle cancellerie europee è che la linea di Trump finisca per avvicinarlo alle posizioni del Cremlino e rischi di incrinare la coesione della Nato.

L’incontro con Zelensky

Questa volta l’atmosfera alla Casa Bianca è stata cordiale. Trump ha accolto Zelensky con una stretta di mano e ha dichiarato: «Li amiamo», riferendosi al popolo ucraino. Il leader ucraino ha rinunciato all’abbigliamento militare, optando per un abito scuro, e ha consegnato a Trump una lettera di sua moglie Olena indirizzata a Melania Trump.

Seduto accanto al presidente Usa, Zelensky ha commentato: «È stato il confronto migliore». Il leader ucraino ha mostrato apertura a nuove elezioni e persino a un eventuale incontro trilaterale con Putin, se le condizioni lo permetteranno.

Le condizioni di Mosca

Secondo indiscrezioni, il Cremlino avrebbe avanzato richieste precise: il controllo del Donbass, la rinuncia di Kiev alla Crimea e lo stop definitivo alle ambizioni di adesione alla Nato. Zelensky, tuttavia, ha ribadito: «La Russia non deve ottenere alcuna ricompensa per questa guerra. La guerra deve finire. Ed è Mosca che deve dire ‘basta’».

Mentre a Washington si discuteva di pace, a Kiev risuonavano ancora le sirene antiaeree. Un promemoria drammatico che la guerra continua e che la diplomazia, nonostante i sorrisi davanti alle telecamere, resta appesa a un filo.