Non è un giorno come gli altri a Militello in Val di Catania. Da ore le strade del borgo etneo, incastonate tra i monti e le pietre barocche, sono percorse da un unico corteo di affetto. È il giorno dell’addio a Pippo Baudo, l’uomo che per decenni ha incarnato la televisione italiana e che ha voluto tornare qui, nella sua terra, per riposare.

Il feretro è arrivato poco dopo mezzanotte. Una piazza gremita lo ha accolto in silenzio e poi con un applauso lungo, caldo, vibrante. Tra le prime figure a scendere dall’auto funebre c’era Dina Minna, la collaboratrice che lo ha seguito per oltre trent’anni e che racconta con la voce rotta: «Abbiamo percorso insieme l’ultimo viaggio. Sul traghetto ho rivisto i suoi sorrisi ogni volta che tornava a casa. Amava questa terra, non l’ha mai dimenticata».

Alle 9 del mattino le porte della chiesa di Santa Maria della Stella si sono aperte alla camera ardente. Dentro, il picchetto d’onore dei carabinieri veglia la bara. Ai piedi del feretro i cuscini di fiori inviati dai figli Alessandro e Tiziana, dai nipoti Nicole e Nicholas, dagli amici e dalle famiglie vicine. L’abbraccio di Militello si legge negli occhi dei compaesani che entrano a uno a uno, in coda sin dalle prime ore del mattino, stringendo un rosario o un vecchio autografo. C’è chi ha viaggiato dalla Sicilia orientale e chi è arrivato persino da Roma e Milano per salutare il “cittadino più illustre” del paese.

Il sindaco Giovanni Burtone non nasconde l’emozione: «Era legato a Militello, ci spronava a guardare avanti, a non fermarci ai riconoscimenti. L’ho sentito quando siamo stati proclamati Borgo dei borghi: era orgoglioso ma già pensava al futuro. Aveva una visione grande, come grande era il suo cuore».

Alle 16 la comunità si stringerà attorno al feretro per il rito funebre officiato dal vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, insieme al parroco Giuseppe Luparello. Saranno letti brani e salmi scelti anche dalla famiglia. I figli Alessandro e Tiziana hanno voluto essere presenti. Alessandro, arrivato dall’Australia, ha ricordato: «Papà non ha fatto in tempo a conoscere i miei ultimi due figli. Ma conserverò sempre le immagini di lui con Sean, quando gli insegnava le prime parole in italiano. Era un nonno affettuoso, un padre che nonostante la distanza ho sempre amato».

Fuori dalla chiesa le luminarie della festa patronale, spente due giorni fa, restano a incorniciare il paese. Non sembrano fuori posto: diventano parte di questo rito collettivo che ha il sapore della memoria e della riconoscenza. Militello oggi saluta un amico, un volto familiare, la voce che ha fatto cantare l’Italia.

La Rai segue l’evento con collegamenti da stamattina, con il Tg1 che trasmetterà in diretta i funerali. Anche Mediaset ha scelto di aprire uno speciale in contemporanea. Le immagini del feretro che attraversa la piazza già appartengono alla storia, come quella folla che applaude senza riuscire a trattenere le lacrime.

Non è solo la fine di una vita, ma la chiusura di una stagione della televisione italiana che aveva il volto e il sorriso di Pippo Baudo. Oggi Militello lo restituisce al suo popolo, e l’Italia intera lo accompagna in questo ultimo viaggio.