“Come è possibile credere alla bugia che, se questo mare è nostro, questa gente non lo sia?”. Questo l’incipit di “Nostra Signora delle Lacrime”, l’ultimo singolo di Francesco “Kento” Carlo, il rapper reggino tra gli artisti che saranno a Catania per il concerto che domani, meteo premettendo, saluterà le navi cariche di cibo e aiuti umanitari in partenza per Gaza con la missione Global Sumud Flotilla.

«Una missione civile – dichiara il rapper reggino – non violenta, umanitaria, che porta cibo. Una missione già viene minacciata dal governo israeliano che ha annunciato che tratterà gli attivisti come terroristi. Ma trasportano cibo non armi. Dobbiamo sostenere tutti gli attivisti che stanno andando incontro a pericoli, spinti dalla solo dovere di solidarietà verso un popolo afflitto dalla guerra. Questa missione è necessaria. Per questo in tanti, da varie parti d’Italia e del mondo, abbiamo risposto presente a questo appello. Domani saremo al Castello Ursino di Catania per un concerto a sostegno della missione. Una manifestazione aperta a tutti.

Le nostre armi sono pacifiche ma sono determinate a cambiare lo stato di cose che ci circonda. Sono quelle della musica, della cultura, della parola. Aprirò il mio spazio con “Nostra Signora delle Lacrime”, ispirata all’esperienza in mare a bordo della Ocean Viking con Sos Mediterranee che presta soccorso ai migranti nel Mediterraneo centrale. Credo che quell’incipit, più di ogni altra strofa, ci interroghi e ci imponga di non restare indifferenti e di restare umani».

Il potere-dovere della musica

Il rapper reggino Kento, che già lo scorso anno aveva firmato l’appello Artisti e artiste per la pace a Gaza, con musicisti italiani ed internazionali sarà dunque a Catania, per supportare la partenza della Global Sumud Flotilla dalla città siciliana verso Gaza. Il concerto che sarà concluso dal dj set di Samuel dei Subsonica. La musica si fa sentire per supportare questo movimento civile e non violento in missione per aiutare il popolo palestinese di Gaza a sopravvivere. La musica si fa testimonianza e coscienza civile.

«Circa dieci anni fa, nell’ambito del progetto Hip Hop Smash The Wall volto a unire giovani italiani e palestinesi attraverso l’hip hop e l’incontroracconta Kento – sono stato in Cisgiordania senza però la possibilità di entrare nella Striscia di Gaza. Non ci è stato consentito. Ho toccato con mano, allora, l’urgenza dei giovani palestinesi di “cantare” il dolore dell’occupazione. Per loro la musica è uno strumento di liberazione. Un’esperienza molto intensa in una città, Ramallah, che per i paesaggi e il cibo ho sentito molto familiare e vicina alla mia Reggio Calabria».

“Sumud”: Resistenza all’oppressione

“La più grande missione di solidarietà della storia” sta riguardando guarda Gaza ed è affidata alla Global Sumud Flotilla nel cui nome si legge e si sente l’insopprimibile diritto alla terra e alla patria e l’urgenza della “resistenza all’oppressione”. Questo il significato della parola “Sumud”, termine arabo per indicare la “resilienza”, che per i palestinesi ha un’accezione più forte.

Una flotta umana, nata dalla dedizione di volontari, associazioni non governative e persone comuni che non restano passivi e indifferenti. Una flotta umana che sta sfidando, unitamente al maltempo anche il blocco navale imposto da Israele e le minacce dello stesso governo al solo scopo di portare cibo e aiuti umanitari alla popolazione stremata dalla guerra. Una missione promossa da un movimento civile e non violento, mosso dall‘intenzione di dare supporto alle vittime civili di una guerra che sta generando una emergenza umanitaria senza precedenti.

La mobilitazione dal basso

Aderiscono delegazioni di 44 Paesi di tutto il mondo, tra cui l’Italia. Alle navi salpate da Genova verso la Sicilia, nei porti di Catania e Siracusa giovedì 4 settembre si uniranno altre imbarcazioni italiane e pure provenienti da Spagna e Tunisia. Questo secondo il piano che le condizioni meteo potrebbero modificare.

Anche la Cgil Reggio Calabria Area Metropolitana aderisce e sostiene con convinzione la mobilitazione umanitaria e non violenta per rompere l’isolamento della popolazione palestinese assediata e affamata di Gaza.