Operazione Inter nos

’Ndrangheta negli appalti della sanità reggina, le accuse a Paris: «Deve fare quello che diciamo noi»

VIDEO | Il consigliere avrebbe anche tentato di avvicinare il governatore Spirlì e il commissario Scaffidi per favorire un cartello d’imprenditori che lo sostenne alle elezioni e che aveva in mano il funzionario Corea cui elargiva denaro ed altre utilità. Ecco le intercettazioni finite nell'ordinanza 

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di Consolato Minniti
2 agosto 2021
13:17

«Lo scopo principale di un consorzio è quello di prendere un nostro rappresentante, un ragazzo che entriamo noi, che lo portiamo noi, che sappiamo che lui ha zero voti quindi che è entrato lui grazie a noi e quello lo mettiamo là e deve fare quello che gli diciamo noi».

È il 2008 quando viene captata questa conversazione, nel momento in cui nasce il sodalizio imprenditoriale. E quel “ragazzo”, secondo le valutazioni di Procura e gip, ha oggi un nome e cognome: Nicola ParisQuesti è accusato concorso in corruzione ed finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta “Inter nos”. Secondo quanto appurato dagli investigatori della Guardia di Finanza, infatti, Paris, quale consigliere regionale, sarebbe stato il “deus ex machina” di un’operazione complessa, volta alla conferma di un funzionario all’Asp di Reggio Calabria.


Paris avrebbe tentato di intervenire sul governatore facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì e sul commissario Asp Scaffidi (estranei all’inchiesta), al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale di un funzionario in forza all’Asp di Reggio Calabria, Giuseppe Corea, direttore della struttura complessa Gestione risorse economico finanziarie dell’azienda sanitaria reggina. Il mandato di Corea, infatti, era in fase di scadenza. L’interessamento di Paris sarebbe avvenuto per favorire gli imprenditori della cooperativa Helios, i quali lo avevano sostenuto nel corso della campagna elettorale. In tal modo, per Corea vi era l’utilità consistente nella prosecuzione del rapporto di lavoro all’Asp di Reggio Calabria, avendo così, oltre agli emolumenti, anche le possibilità di continuare a ricevere delle dazioni a titolo di remunerazione per l’asservimento della propria funzione agli interessi imprenditoriali dei soci della cooperativa Helios.

La corruzione del funzionario Corea

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, infatti, Corea, in concorso con l’impiegata Asp Rosalba Pennestrì, si sarebbe fatto promettere ed avrebbe ricevuto da Antonino Chilà, Antonino D’Andrea e Giovanni Lauro, dipendenti ed amministratore della società cooperativa Helios – aggiudicataria dell’appalto dei servizi di pulizia e sanificazione delle struttura amministrative e sanitarie dell’Asp reggina – denaro ed altre utilità in cambio della velocizzazione dei pagamento dovuto dall’Asp alla Helios, a titolo di corrispettivo per i servizi di pulizia effettuati. Dalle indagini è venuto fuori come Corea, dirigente proposto all’emissione dei mandati di pagamento, avrebbe consegnato, in concorso con la Pennestrì, una bustina contenente l’elenco delle utilità richieste per finalizzare la corruzione. Avrebbe quindi ricevuto da Chilà, D’Andrea e Lauro una somma di denaro pari a 2500 euro, uno smartphone Iphone 11 pro del valore di circa 1570 euro e un’ulteriore busta dal contenuto non noto, proprio per fare avere alla Helios una corsia preferenziale per i pagamenti. Ma non solo: Corea si sarebbe attivato anche negli altri uffici dell’Asp per la liquidazione delle fatture alla Helios, nonché informando gli imprenditori dell’esistenza di ogni pericolo o problema, suggerendo strategie di risoluzione e garantendo il suo costante appoggio. È per questo che i giudici ritengono un «completo asservimento» che Corea avrebbe ottenuto l’impegno degli imprenditori a chiedere al consigliere Paris di intercedere con Spirlì e Scaffidi per la proroga del suo impegno all’interno dell’Asp reggina.

L’incontro Paris-Corea

Nel compendio indiziario vi è una intercettazione che cristallizza l’incontro fra Nicola Paris e Giuseppe Corea, alla presenza anche di Lauro e Galletta, prima del tentativo di avvicinare Spirlì e Scaffidi, quando c’era ancora in vita la governatrice Santelli. È il 6 febbraio 2020, quindi a pochi giorni dalle elezioni regionali. Per questo si discute di cariche.  

Corea: A te una commissione (inc) della Sanità?
Paris: Se mi volete…
Corea: Ti supportiamo noi, qua
Galletta: (inc)
Paris: praticamente in che senso?
Corea: Ci prova (inc.)
Galletta: Noi sappiamo che se cacciano a Cotticelli, potrebbe essere che…
Lauro: Si prende la delega la Santelli
Corea: La volta scorsa, c’era in commissione Sanità un mio amico di Catanzaro, Baldo Esposito. Però è stato anche lui al (inc.) è assessore pure
Paris: In quale lista è lui?
Corea: Casa delle Libertà. È probabile che lui… è stato il primo che… ma c’è questo discorso che diventa assessore alla Lega?
Paris: No, la Lega gli ha chiesto le dimissioni… chi fa l’assessore deve (inc) da consigliere
Galletta: Se io mi candido con questi voti… l’Azienda non mi (inc) Va bene. Non te ne andare che mi devi firmare queste due delibere urgenti (inc)
Paris: dottore Corea, molto lieto
Corea: Mi raccomando. Te li faccio prima del (inc)
Paris: Grazie
Uomo: Qualsiasi cosa possiamo fare, figurarsi
Paris: Grazie

Le intercettazioni, Spirlì e Scaffidi

«Posso spendermi io». È il 18 marzo del 2021, quando Giovanni Lauro si trova negli uffici insieme ad Antonino D’Andrea e chiede a Corea se possa spendersi per la sua conferma all’Asp. La risposta è netta: «Certo». Lauro allora precisa di poter fare un tentativo: «Il passaggio lo posso fare… lo faccio con molto piacere», pur non assicurando nulla circa l’esito. Del resto, per il gruppo imprenditoriale, l’eventuale spostamento di Corea sarebbe stato un problema: «Se tolgono a voi… per noi, diventa un pochettino più…».

Insomma, era necessario coinvolgere «la punta di sfondamento». Punta che è stata individuata in Nicola Paris. «Parliamo con Spirlì», dicono gli indagati. Ed ancora: «È da stamattina che Nicola Paris è in contatto con Spirlì, speriamo… abbiamo fatto tutti un appunto». Fra gli imprenditori c’è ottimismo: «Glielo facciamo, glielo fa… gliel’ha accennato oggi… ora la prossima settimana gli porta le… il contratto, il contratto di coso… che mi ha fatto la fotocopia a me, ce l’ho io».

Secondo il gip, dunque, «Paris si è adoperato per condizionare le determinazioni dei soggetti al vertice dell’amministrazione regionale e sanitaria locale in ordine alla riconferma del pubblico ufficiale corrotto nel proprio incarico, che di per sé, costituisce per Corea una diretta utilità, da aggiungersi alle dazioni illecite di denaro ed ai regali di ingente valore già ricevuto dagli imprenditori della Helios». Il giudice non ha dubbi: «Le indagini hanno consentito una “chiusura del cerchio” dal momento che, se certamente per Corea la permanenza nell’incarico di funzionario responsabile del settore economico finanziario dell’Asp di Reggio Calabria, attraverso la proroga di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, porta ad in indubbio ampliamento della propria sfera giuridica, tutti “gli amici” della Helios beneficiano della proroga del funzionario, importante tassello di questo sistema di corruzione illecito».

Il giudice è chiaro: «La proroga del funzionario come direttore del settore risorse economico finanziarie avviene, per altro, in assenza delle previste procedure di evidenza pubblica da espletare necessariamente per ricoprire detto incarico, aspetto, quest’ultimo ancora oggetto di indagine». Emerge una «circolarità di interessi, di natura illecita, che legano a “doppio filo” gli indagati».

Le chiamate a Scaffidi

A testimonianza dell’impegno di Paris per la conferma di Corea vi sono anche delle telefonate molto recenti fatte il 22 aprile del 2021. La prima chiamata è quella di Paris.

Scaffidi: pronto
Paris: sì commissario salve Nicola Paris sono
Scaffidi: ah buongiorno ditemi
Paris: La disturbo?
Scaffidi: stavo andando via, ma mi fermo, ditemi
Paris: no vi volevo chiedere, eravamo rimasti che ci sentivamo questa settimana, quand’era possibile incontrarci se per lei non era un problema
Scaffidi: e per me è un problema (sorride)
Paris: no dico quando?
Scaffidi: quando non lo so… devo realizzare questi posti Covid nei due ospedali, quindi finché on riesco a fare sta cosa… non ho un attimo di pace… e mi dispiace perché dico sempre no, ma non è che è volontà mia di non incontrare nessuno, ma non ci riesco proprio… infatti ora stavo scappando per questo… sto andando a Melito
Paris: va bene…
Scaffidi: bisogna avere pazienza… appena organizzo i posti Covid che lo leggete sui giornali telefonate che ci vediamo
Paris: Arrivederci grazie

Poco più tardi è Scaffidi che richiama Paris. Appena due minuti dopo, probabilmente incuriosito dalla richiesta del consigliere.

Scaffidi: sono sempre io… l’argomento qual è? Di che vogliamo parlare?
Paris: no le volevo chiedere solo di un’informazione se era possibile
Scaffidi: e me la dica
Paris: ma cinque minuti… senza problema poi…
Scaffidi: e me la chieda c’è bisogno… mica è una cosa segreta dico… gliela posso dire pure per telefono
Paris: no, non c’è problema… figuratevi, quando vi liberate poi… tanto un giorno in più un giorno in meno… senza problemi
Scaffidi: se è una cosa urgente ma la può chiedere
Paris: a posto
Scaffidi: ah
Paris: a posto… a posto
Scaffidi: va bene, arrivederci
Paris: salve

Una telefonata eloquente quella tra il consigliere ed il commissario Asp. Quest’ultimo, infatti, invitava Paris a riferire anche telefonicamente quale fosse l’oggetto della sua richiesta, ma il consigliere preferì soprassedere.

L’episodio delle buste

Ma non è il primo episodio che vede Paris avere un ruolo attivo nelle dinamiche di corruzione dei soggetti apicali dell’Asp. Nei primi giorni del gennaio 2021, si legge nelle carte dell’inchiesta, Antonino Chilà e Domenico Chilà si organizzano per consegnare a Ciccio Macheda la quota annuale che costituisce il prezzo della corruzione dell’Ati Helios in ragione dell’aggiudicazione dell’appalto nel 2016.

Domenico Chilà giunge sul luogo della consegna del denaro a bordo dell’autovettura di Nicola Paris, che quindi è presente nel momento in cui Macheda e Chilà si scambiano battute ironiche su quale sia la busta da prendere, battute che indubbiamente disvelano che in una delle due buste è contenuta una tangente.

«È sempre Paris – scrive il gip – su richiesta degli imprenditori della Helios, ed in particolare di Antonino D’Andrea, che si adopera per trovare presso la Hitachi Rail, grande società dalla quale lui stesso è assunto, un posto di lavoro stabile per Vincenzo Pucinotti, figlio di Filomena Ambrogio, rup del procedimento relativo alla proroga del contratto di servizi della Helios. Il coinvolgimento di Paris nell’attività di corruzione della Helios – scrive il gip – ha natura sistematica. Il consigliere si comporta come se fosse organico alla Helios e ne cura gli aspetti gestionali, interfacciandosi indifferentemente con Lauro, con D’Andrea o con Chilà e prestando a ciascuno il proprio contributo».

Il pranzo dopo la conferma, i brindisi e la corruzione

E la conferma di Corea diventa cosa fatta poco tempo dopo. È il 20 maggio scorso, quando, nel corso di un pranzo conviviale a casa di Antonino Chilà, cui è presente anche il consigliere Paris, vi sono ripetuti brindisi che fanno intendere come vi fosse stata la proroga di Corea. L’ufficialità arriverà il giorno dopo con pubblicazione sull’albo pretorio dell’Asp.

A casa di Antonino Chilà sono presenti circa 20 persone: vi sono tre generazioni della famiglia Chilà al completo ed è presente anche Domenico, vi sono Lauro, Mario D’Andrea e il figlio Antonino, Angelo Zaccuri, il consigliere Paris, Corea ed insieme a lui anche altri numerosi dirigenti dell’Asp di Reggio Calabria, come Custoza, Falcone e Galletta. L’incontro per gli investigatori è rilevante.

«Allo stesso tavolo a pranzo in una abitazione – scrive il gip – siedono gli imprenditori che si sono recentemente aggiudicati una proroga di un contratto di servizi dal valore milionario, alcuni gravati da serissimi pregiudizi penali, un consigliere regionale eletto proprio grazie alla campagna elettorale organizzata da quegli stessi imprenditori, uno dei quali è stato assunto nel suo staff, insieme a dirigenti Asp che ricoprono posizioni strategiche, e per primo Corea, il cui imminente rinnovo si sta festeggiando. Corea – rimarca il gip – nella sua dirigenza del settore Risorse economico finanziarie dovrebbe esercitare, proprio nei confronti di chi lo ha invitato a pranzo, puntuali verifiche sui mandati di pagamento, che invece liquida con inusitata velocità». Il gip è durissimo: «Sappiamo che la decisione di Corea di partecipare a questo pranzo, l’ultimo di una serie, non è “soltanto” sconveniente, ma costituisce l’ennesima prova del perdurante e stabile mercimonio della funzione del dirigente Asp».

Quanto al consigliere Paris, il suo impegno «attraverso la sua attività di mediazione in Giunta volta ad ottenere la riconferma del funzionario gradito alla Helios, rappresenta soltanto l’ultimo atto di una storia di corruzione che il Gico ha certificato per mesi».

Ma il gip appare quasi sconsolato nel momento in cui descrive il quadro complessivo: «Il pranzo ci dimostra quanto l’accordo illecito tra imprenditori e pubblico ufficiale sia noto a tutti e quanto la corruzione di Corea sia plateale. Il pranzo ci dice anche, con riferimento agli altri funzionari presenti, quanto la dirigenza dell’Asp di Reggio Calabria, sia compiacente, permeabile alla corruzione e compromessa da frequentazioni di soggetti che provengono da ambienti contigui alla criminalità organizzata. Non sfuggirà che mentre tutti nel corso del pranzo brindano “all’epopea di Giuseppe Corea” ed inneggiano più volte al suo nome, è proprio un suo collega Diano che, tra le risate generali, lo esorta a firmare qualsiasi cosa: «Firma tutto ah! Firma tutto… non pensare a niente….2 lauree 3 cognomi… Ora e sempre viva Corea firma!! Mi raccomando che firmi tutto! Firma tutto e futtatindi». E Corea, fresco di proroga, ringrazia: «Grazie… Grazie».

Giornalista
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