In aula

Alunni in corte d’assise per simulare un processo penale: «Così educhiamo i ragazzi alla legalità»

VIDEO | Nel tribunale di Cosenza il progetto di formazione promosso dall'Associazione Ciak con l'Istituto Comprensivo Rende-Quattromiglia

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di Salvatore Bruno
16 marzo 2024
13:40

Non c’è il pubblico, non c’è il sipario. Non è una recita. L’atmosfera è silenziosa, a tratti tesa. Quello rappresentato dai ragazzi delle classi seconda e terza della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Rende Quattromiglia, diretto da Maria Cristina Rippa, è la trasposizione di un vero processo penale. Un’attività formativa extracurriculare promossa dall’Associazione Ciak Formazione e Legalità, presieduta da Roberta Mallamaci, e che nasce dall’intuizione di Luciano Trovato, magistrato in pensione, già presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro e Firenze.

Un contributo alla prevenzione

Il copione è tratto da verbali autentici, casi di pubblico interesse, soprattutto per i giovani: «In questa circostanza – spiega Trovato – si tratta di un processo per stalking, ma vi sono copioni relativi ad altri comportamenti illeciti che purtroppo iniziano a scandire la quotidianità della vita degli adolescenti, come lo spaccio di droga, il bullismo ed il cyber bullismo, la violenza di genere. Il nostro – aggiunge il magistrato – è un contributo alla prevenzione attraverso una dimostrazione plastica delle conseguenze penali di certi comportamenti. Certamente – sottolinea ancora Trovato – una esperienza importante, improntata pure sulla emozione di trovarsi in un’aula di tribunale, di indossare la toga, di sedersi al nostro posto, di essere quindi del tutto protagonisti della scena».


Progetto in quattro fasi

Il processo simulato si è svolto nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Cosenza dove i ragazzi hanno ricevuto anche il saluto della presidente della sezione, il giudice Paola Lucente. Quattro le fasi di cui il progetto si compone e che si snoda attraverso un primo momento di formazione dei docenti referenti delle scuole interessate e poi nella formazione degli alunni. L’udienza è la terza fase da cui deriverà poi quella conclusiva, con la realizzazione di un prodotto multimediale ad opera dei partecipanti.

Esperienza che arricchisce

L’iniziativa nel 2024 compie dieci anni. Viene attuata in Calabria ed in altre regioni d’Italia, con la collaborazione di diversi tribunali, ordinari e minorili, delle camere minorili e con il contributo della Fondazione Carical; dell’Associazione Nazionale Magistrati; dell’Aimmf, Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, delle sezioni di Catanzaro e Catania; del gruppo Callipo che da anni ne condivide il fine educativo. «È una esperienza che arricchisce non solo i ragazzi ma anche noi formatori – ha detto Annarita De Franco, referente del progetto per l’Associazione Ciak Formazione e Legalità – Il nostro impegno è orientato a fare in modo che il progetto venga interiorizzato; non vogliamo una recita ma che i partecipanti capiscano che alcune condotte hanno delle conseguenze. Pure alla loro età».

Giornalista
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