La precisazione

Antenna 5g a Scalea, il sindaco: «L’amministrazione è dalla parte di Erika e della sua famiglia»

VIDEO L'intervento si è reso necessario dopo l'ultimo consiglio comunale, durante il quale si è registrato un duro scontro tra maggioranza e minoranza alla presenza di una donna che sta lottando con le unghie e con i denti per tutelare la salute di sua figlia

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di Francesca  Lagatta
16 settembre 2023
21:00

Le polemiche legate all'installazione di un'antenna telefonica 5g a Scalea non si placano e il sindaco della città, Giacomo Perrotta, è costretto a tornare sulla vicenda per mettere le cose in chiaro: «L'amministrazione comunale è dalla parte di Erika Scarfone e della sua famiglia, come lo è l'intera popolazione di Scalea, nel caso non fosse chiaro». La precisazione arriva dopo il consiglio comunale di quattro giorni fa che ha fatto registrare un duro sconto tra la maggioranza di Perrotta e i consiglieri di minoranza Angelo Paravati ed Eugenio Orrico. La scintilla è scoccata quando il leader di "Per Scalea" ha fatto notare la presenza in sala della signora Angelina D'Alessandro, che protestava contro l'amministrazione comunale accusandola di non aver sufficientemente supportato la battaglia della figlia Erika, affetta da sindrome di Brugada. La 25enne, infatti, da mesi lancia appelli alle istituzioni per scongiurare la nascita di una nuova stazione radio a 150 metri da casa sua, poiché è portatrice di un defibrillatore sottocutaneo e teme che le radiazioni possano in qualche modo influenzare il corretto funzionamento del dispositivo salvavita.

La lunga scia di polemiche

Di recente il Tar Calabria ha fatto un passo indietro ed ha annullato l'ordinanza sindacale di sospensione dei lavori, che in un primo momento aveva legittimato, e la famiglia della ragazza ha puntato il dito contro l'amministrazione, contestando in particolare il fatto che, a suo dire, il Comune non avrebbe avuto alcuna rappresentanza nel corso dell'udienza. Proprio questa notizia, secondo il primo cittadino, avrebbe dato adito ai fraintendimenti che hanno portato allo scontro. «Il Comune - assicura Perrotta - era presente all'udienza cautelare e ha presentato un'anticipazione della perizia tecnica che, sostanzialmente, dimostra come l'antenna sia pericolosa per Erika e per altri cittadini con gravi problemi cardiaci». Poi assicura che il giorno in cui sarà emessa la sentenza (il verdetto attuale è solo frutto di un'ordinanza temporanea), prevista per marzo 2024, si recherà personalmente nella sede del Tar.


Parole «preoccupanti»

Il sindaco Perrotta mette in evidenza anche un altro aspetto. La recente ordinanza del Tar, che annulla quella sindacale da lui emessa nel luglio scorso, contiene un passaggio che offre spunti di riflessione «preoccupanti». Il documento, nell'atto di giustificare la decisione dei giudici, spiega che la compagnia telefonica «ha obblighi stringenti, quali quello di assicurare la progressiva copertura sul territorio nazionale con il segnale 5g» e che «l'anzidetta copertura costituisce un obiettivo di interesse pubblico di carattere prioritario per lo Stato».

La regolamentazione delle antenne

Perrotta annuncia poi la redazione di un piano di allocazione per le antenne sul territorio comunale, che al momento non esiste. «Ci sono trentanove antenne a Scalea, la zona è fortemente influenzata dalle onde elettromagnetiche. D'altronde - precisa - non possiamo fare a meno di telefonini, computer, tablet, fanno parte della nostra vita 24 ore al giorno, ma è bene dare una regolamentazione» e, se possibile, tentare di ridurre i rischi al minimo.

Il prossimo consiglio comunale

Al fine di discutere pacificamente di elettromagnetismo, l'amministrazione ha indetto un nuovo consiglio comunale aperto che si terrà il prossimo 21 settembre. Ci sarà anche il tecnico incaricato di redigere la relazione tecnico scientifica, a cui verrà affidato un supplemento di consulenza. «Abbiamo invitato i rappresentanti della Wind Tre Spa - dice in ultimo il sindaco -, l'Arpacal e tutti i tecnici che vogliono dare il proprio contributo. Non siamo e non possiamo rimanere indifferenti».

 

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