Dopo la sentenza

Assolto l’ex senatore di FI Marco Siclari: «Giustizia è arrivata ma a prezzo troppo alto»

Lungo sfogo del politico reggino dopo la sentenza d'Appello del processo Eyphemos in cui era imputato per scambio elettorale politico mafioso. «La mia carriera stroncata da un errore giudiziario, grazie ai magistrati eroi che restituiscono verità al territorio»

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di Redazione
19 settembre 2023
10:21
Marco Siclari
Marco Siclari

«Dedico questa assoluzione a Silvio Berlusconi, a mio padre e mio figlio». Esordisce così sui social l'ex senatore di Forza Italia Marco Siclari dopo la sentenza del processo Eyphemos che si è concluso in Corte d'Appello a Reggio Calabria, con la sua assoluzione dal reato di scambio di voto politico-mafioso, affermando che «la giustizia è arrivata, ma il prezzo che ho pagato è troppo alto». Dopo la condanna di primo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione, la Procura generale di Reggio Calabria ad aprile aveva chiesto l’assoluzione per Siclari. Ieri la sentenza. 

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«Sono stato finalmente assolto, con formula piena, - scrive l'ex parlamentare - dopo più di tre anni di incubo, di dure sofferenze, di profondo dolore e di danni incalcolabili dopo che sono stati messi in discussione ingiustamente la mia persona e il mio nome. Ringrazio quegli eroi, cioè quei magistrati che con grande rispetto per la giustizia e per lo Stato, hanno giudicato in modo indipendente, corretto e imparziale di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte, accuse che la stessa Procura generale di Reggio Calabria ha contestato, sollecitando la mia assoluzione perché il fatto 'non è mai esistito' contrariamente alla sentenza in primo grado che mi condannava in abbreviato e con ipotetiche prove».


«La giustizia è arrivata, ma il prezzo che ho pagato è troppo alto - aggiunge Siclari -. Il mio nome inserito nell'inchiesta poteva benissimo essere sostituito da un altro con lo stesso risultato considerando che dalle migliaia di ore di intercettazioni, non vi è mai stata neppure un'unica conversazione tra il sottoscritto e i presunti mafiosi, né mai è risultato anche un solo elemento che dimostrasse il diretto coinvolgimento del sottoscritto, né mai è stata riscontrata un'opera, da parte dei presunti mafiosi, diretta a favorire l'elezione del candidato. Durante questi tre anni, inoltre, è emerso che l'intercettazione chiave dell'inchiesta era stata trascritta in modo 'significativamente diversa' da quello che la perizia, disposta dal Tribunale Penale di Palmi, ha definitivamente e chiaramente stabilito».

«Nessuno - ha sottolineato l'ex senatore - potrà restituirmi ciò che mi è stato tolto, la salute, la serenità familiare e le opportunità lavorative e politiche. Una carriera professionale sospesa come medico e direttore sanitario, una carriera come senatore della Repubblica più giovane di Italia che aveva vinto il collegio uninominale unico al Sud stroncata improvvisamente e senza ragione da un 'errore' giudiziario, risorse economiche andate in fumo, l'infamia subita e costi sostenuti per consulenti legali, periti per dimostrare il gravissimo 'errore' giudiziario. Ci tengo ad sottolineare che i veri 'eroi' dell'Italia sono quelle divise, quei pm, quei giudici che non puntano a costruire velocemente la loro carriera a discapito dei loro colleghi e soprattutto colpendo gli innocenti che fanno 'gola', ma coloro che restituiscono giustizia al territorio e alle persone che vengono colpite dall'ingiustizia».

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