Violenze in ospedale

Abusi sessuali durante le chemio, l’infermiere arrestato a Catanzaro: «Non parlare, conosco gente cattiva»

VIDEO | «Comportamento di agghiacciante gravità» secondo il gip che ha disposto la misura cautelare in carcere per professionista sanitario. Avrebbe proposto anche festini a sfondo sessuale nella sua casa al mare 

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di Luana  Costa
27 settembre 2023
11:48

«Ipotesi di comportamento di rilevante e agghiacciante gravità». Così il gip del Tribunale di Catanzaro descrive gli episodi consumati nel reparto di Oncologia dell'azienda ospedaliera universitaria Dulbecco, finiti al centro di una inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro che ha portato questa mattina all'arresto di un infermiere in forza al presidio Ciaccio De Lellis con l'accusa di violenza sessuale.

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Due le presunte vittime che avrebbero confermato le "avances" ricevute dal sanitario durante il trattamento chemioterapico, simili nelle modalità. Secondo quanto ricostruito dal Gruppo di Catanzaro della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini, le violenze si sarebbero consumate «nel momento in cui i pazienti erano sottoposti alla infusione del farmaco, legati alla cannula della flebo e, quindi, in una posizione psicologicamente oppressa e fisicamente impossibilitata al movimento» annota il gip nell'ordinanza.


«Spostando opportunamente la mano del paziente, con la meschina scusa che il braccio dovesse assumere una posizione ed un collocamento idoneo allo scorrere della infusione farmacologica», l'infermiere si sarebbe accostato per avere un contatto fisico con le sue parti intime. «Insisteva e provava ad avere questi contatti fisici intimi nonostante io mi scansassi con tutta la forza che avevo. Ho dovuto resistere ed attendere il termine della terapia perché non sapevo cosa fare» è il racconto di uno dei pazienti oncologici, definito dal gip: «lucido e preciso nel suo agghiacciante contenuto».

La denuncia dell'ospedale 

I fatti si sarebbero consumati tra febbraio e marzo, la segnalazione in Procura arrivata direttamente dal commissario straordinario dell'azienda ospedaliera universitaria dopo che nel presidio erano stati raccolti, dal personale medico e infermieristico, tutti gli elementi utili a ricostruire gli episodi di molestia. «Emerge l'agire sistematico e ripetuto» dell'infermiere, si legge negli atti dell'inchiesta, «che sempre, ad ogni seduta, procedeva a compiere i suoi gesti davanti al paziente che lo aveva anche espressamente invitato a smettere, senza ottenere risultati».

Gli inviti e le minacce

Il sanitario si sarebbe spinto anche oltre, ad uno dei pazienti avrebbe chiaramente detto «di disporre di una casa al mare nella quale poteva organizzare incontri a scopo sessuale coinvolgendo una non meglio specificata operatrice che lavora presso questo presidio». E poi le minacce «evocando conoscenze criminali di un certo calibro nell'ambiente lametino». Così avrebbe tentato di far desistere le sue vittime dall'«effettuare esposti o rilasciare dichiarazioni circa le condotte da egli tenute». 

Facilitazione per la visita

L'accusa nei suoi confronti è di violenza privata ma anche di malversazione poiché avrebbe indebitamente ricevuto una somma di denaro, pari a 120 euro, versata da un paziente a cui avrebbe assicurato di poter prenotare una visita ematologica «in tempi rapidi rispetto alle ordinarie e regolari liste di prenotazioni». Una visita che in realtà non si sarebbe mai svolta, pur avendo ricevuto un importo quasi doppio rispetto al tariffario stabilito per legge. 

Giornalista
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