La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la condanna a tre anni e sei mesi inflitta in primo grado all’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, oggi senatore di Forza Italia. Il collegio, presieduto dal giudice Roberta Carotenuto, ha riconosciuto la responsabilità dell’ex primo cittadino per il reato di bancarotta fraudolenta della società Ofin, aggravando il giudizio anche in relazione al capo 5 della rubrica imputativa, ovvero l'omesso versamento delle imposte.

Fermo il giudizio di equivalenza tra le circostanze, i giudici di secondo grado hanno confermato integralmente la pena stabilita dal tribunale collegiale di Cosenza. Le pene accessorie sono rimaste invariate: divieto di esercizio dell’attività d’impresa con ruoli dirigenziali per tre anni, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e risarcimento delle parti civili da quantificare in separata sede.

Bancarotta Ofin, le contestazioni a Mario Occhiuto

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2006 e il 2011 e riguardano la gestione della società Ofin, attiva nel settore finanziario e dichiarata fallita nel 2014. L’inchiesta, coordinata all'epoca dalla Procura di Cosenza sotto la direzione del procuratore Mario Spagnuolo, era stata sostenuta in aula dal pubblico ministero Maria Luigia D’Andrea, che in requisitoria chiese una condanna a quattro anni di reclusione.

Secondo l’accusa, Occhiuto avrebbe distratto circa 3 milioni di euro. Il senatore ha sempre rigettato la ricostruzione accusatoria, spiegando in aula – durante l’esame condotto dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Carratelli – che la sua attività imprenditoriale si sarebbe fermata a causa della mancata riscossione di crediti per lavori svolti all’estero, con ripercussioni anche sulle società attive nei rapporti con enti pubblici.

In particolare, Occhiuto aveva chiarito di essere uscito dalla compagine societaria di Ofin già nel 2011, prima dell’elezione a sindaco di Cosenza. Un’altra posizione collegata alla vicenda è quella della sorella Annunziata Occhiuto, condannata in abbreviato – sia in primo che in secondo grado – a un anno e quattro mesi, pena sospesa e non menzione. La curatela fallimentare è rappresentata dall’avvocato Valerio Vetere.