Basso profilo, Tommaso Brutto e l'ossessione di trovare lavoro al figlio: «Dobbiamo parlare con Cesa»

L'ex consigliere comunale di Catanzaro, in quota Udc si preoccupa per il futuro del figlio ma rifiuta un posto di lavoro in aeroporto. A Franco Talarico dice: «È una cagata, 900 euro gli danno. Fanno la fame» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
22 gennaio 2021
22:19
Tommaso e Saverio Brutto
Tommaso e Saverio Brutto

Tommaso Brutto - ex consigliere comunale a Catanzaro - aveva un unico assillo: «risolvere il problema di mio figlio». Il figlio è Saverio Brutto, assessore con delega al Turismo e all'Ambiente al Comune di Simeri Crichi. Ma aspirava a qualcosa di più di un semplice «posticino di lavoro in aeroporto» come gli aveva prospettato l'assessore al Bilancio, Francesco Talarico, nel giugno del 2017 durante un incontro.

Verso l'europarlamento

Al contrario, mirava in alto: «Frà non aeroporti ma anche come mensile è una cagata. Novecento euro al mese gli danno, fanno la fame questi che lavorano in questi aeroporti, perchè? Li pagano poco». E l'assessore Franco Talarico lo rassicura: «Gli fanno fare 30 ore e poi gli fanno salire e mettere i bagagli. A meno che non ti metti in una compagnia e allora fai lo steward in una compagnia». Ma Tommaso Brutto protesta: «Ma devi sapere l'inglese e il francese, non è cosa di mio figlio. Frà un incarico anche politico a livello di europarlamento, dove una volta che te lo prendi un incarico all'europarlamento poi non te lo cacciano più, si scordano».


Il figlio disoccupato

Tutti oggi agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Basso Profilo - istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro in sinergia con la direzione investigativa antimafia guidata dal vice questore Giuseppe Emiddio - si preoccupavano di intercettare la benevolenza di Lorenzo Cesa, ex segretario nazionale dell'Udc, dimessosi dopo esser rimasto travolto nell'indagine. «Frà noi ora dobbiamo parlare con Cesa, io mi devo risolvere il problema di mio figlio e gliela dobbiamo mettere anche sul piano che noi qui dobbiamo tenere un partito, una segreteria. Dobbiamo tenere.. mio figlio è disoccupato».

Il comitato d'affari

Ma le intercessioni presso Lorenzo Cesa non riguardano solo un posto di lavoro per il figlio ma anche "entrature" amministrative per Antonio Gallo, titolare di una società di antifortunistica a Sellia Marina ma con mire espansionistiche. Il 22 giugno del 2017 viene inaugurata la sede della società in Albania, un «comitato d'affari» - così come viene descritto nell'ordinanza di custodia cautelare vergata dal Gip Alfredo Ferraro - di cui fanno parte anche Tommaso e Saverio Brutto oltre che il finanziere infedele Ercole D'Alessandro, all'epoca in servizio al Goa di Catanzaro e incaricato di trovare entrature nei ministeri e, più in generale, nella pubblica amministrazione albanese.

La fornitura per gli ospedali albanesi

Ma non è l'unico ad essere interessato. Sempre nel giugno del 2017 Franco Talarico rassicura Tommaso Brutto: «Che lui (Cesa) presenterà un amico consulente ad Antonio Gallo di vari enti Enac, Eni, Telecom, Anas». E l'ex consigliere comunale di Catanzaro conferma che l'eurodeputato «potrebbe avere anche contatti con politici in Albania». L'assessore al Bilancio lo rassicura: «Che lui da europarlamentare può creare buoni rapporti direttamente con parlamentari europei». E così Brutto passa ad esporre il suo progetto: «Per esempio, noi là se potessimo entrare con gli ospedali perchè noi forniamo anche tute, guanti e maschere, tutto quello che concerne l'ospedaliero». Talarico conferma: «In Albania è un terreno vergine e non si fanno nemmeno le gare, chiami la ditta ,eh!»

Giornalista
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