Bimbo morto in piscina a Cosenza, tutti assolti perché il fatto non sussiste

Prosciolti dalle accuse di omicidio colposo, per la morte del piccolo Giancarlo Esposito, il gestore dell'impianto sportivo di Campagnano, Carmine Manna, e le quattro educatrici impegnate nell'assistenza ai bambini nel momento della tragedia

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di Salvatore Bruno
8 luglio 2020
12:41
Cosenza, la piscina comunale di Campagnano
Cosenza, la piscina comunale di Campagnano

Il Tribunale di Cosenza ha assolto con formula piena tutti gli imputati del processo sulla morte di Giancarlo Esposito, il bambino di 4 anni deceduto il 2 luglio del 2014 nella piscina comunale di Campagnano a Cosenza.

L'accusa aveva chiesto la condanna

Il pm Maria Francesca Cerchiara nella requisitoria aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati per omicidio colposo, a cinque anni di reclusione. Carmine Manna, legale rappresentante della società di gestione dell'impianto, e quattro educatrici, Franca Manna, Luana Coscarello, Martina Gallo e Ilaria Bove, sono stati invece dichiarati innocenti dal giudice Giovanni Garofalo, in quanto il fatto non sussiste


Non fu annegamento

Non ha retto davanti all'organo giudicante la tesi dell’annegamento di fronte a due perizie, una di parte e l’altra disposta dal giudice, entrambe convergenti nel ritenere che il decesso è stato causato da una miocardite acuta fulminante.

Giornalista
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