Per l’ex capo della Procura di Salerno è un ritorno nella regione dopo gli anni da procuratore aggiunto a Catanzaro nei quali ha coordinato importanti inchieste contro la ‘ndrangheta nel Vibonese
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Giuseppe Borrelli, attuale procuratore di Salerno, scelto come nuovo capo della Dda di Reggio Calabria. Lo ha deciso il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, votando la pratica all'unanimità.
Per Borrelli, togato campano, si tratta di un ritorno in Calabria, dove in passato aveva ricoperto l'incarico di procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, nel periodo in cui l'ufficio di procura era diretto dal magistrato Vincenzo Antonio Lombardo.
Borrelli è profondo conoscitore delle dinamiche della 'ndrangheta avendo coordinato diverse inchieste contro i clan vibonesi e non solo. A Salerno, infine, si è occupato di inchieste che hanno interessato anche soggetti residenti nella provincia di Cosenza, ereditando la cosiddetta inchiesta Genesi che portò all'arresto del giudice Marco Petrini.
Giuseppe Borrelli, una carriera costruita tra riforme organizzative e inchieste antimafia
Dal Tribunale di Napoli alla guida della Procura di Reggio Calabria, passando per Catanzaro e Salerno. Il magistrato Giuseppe Borrelli porta con sé oltre 35 anni di esperienza maturata in prima linea, tra antimafia, digitalizzazione della giustizia e riorganizzazione degli uffici giudiziari.
Borrelli ha esordito in magistratura nel 1986. Dopo le prime esperienze alla Pretura di Aversa, dal 1990 al 1995 ha prestato servizio come sostituto procuratore alla Pretura circondariale di Napoli, distinguendosi per l’elevatissimo carico di lavoro gestito, in particolare nella Sezione Lavoro: oltre 23mila procedimenti in cinque anni, con «un impegno lavorativo del tutto fuori dell’ordinario», come sottolineò il Consiglio giudiziario.
Dal 1995 al 2007 ha svolto le funzioni di sostituto procuratore alla Procura di Napoli. Successivamente, per quasi due anni, ha ricoperto il ruolo di ispettore generale al Ministero della Giustizia, occupandosi dell’organizzazione degli uffici giudiziari e conducendo ispezioni presso le procure di Vibo Valentia, Rieti, Catania e Roma.
Catanzaro e il fronte antimafia
Nel 2009 Borrelli è approdato alla Procura di Catanzaro come procuratore aggiunto, in un periodo particolarmente critico per quell’ufficio. Da subito ha dato impulso a una profonda riorganizzazione interna: riduzione degli arretrati, creazione dell’Ufficio definizione affari semplici (UDAS), informatizzazione dei flussi procedurali, digitalizzazione del 415-bis e ristrutturazione del servizio intercettazioni. Coordinatore del Registro Generale e referente informatico, è stato inoltre punto di riferimento per le misure di prevenzione e i rapporti con la DNA e le DDA di Milano, Torino, Bologna, Reggio Calabria.
Durante l'incarico a Catanzaro, ha svolto anche funzioni di vicario del procuratore, coordinando le aree più delicate della Direzione Distrettuale Antimafia, in particolare nei circondari di Cosenza, Paola, Vibo Valentia e Lamezia Terme.
Napoli, Salerno e ritorno in terra calabra
Dal 2014 al 2020 è stato procuratore aggiunto a Napoli, dove ha diretto sezioni chiave della DDA, tra cui quelle competenti sulla sicurezza urbana e sui reati di criminalità organizzata nel capoluogo campano. È stato vicario del procuratore e delegato al coordinamento di numerose funzioni strategiche, come il servizio intercettazioni, la vigilanza sulla banca dati SIDDA/SIDNA, la digitalizzazione dei flussi investigativi, la gestione dei consulenti tecnici e dei progetti finanziati con fondi UE (tra cui “Garanzia Giovani”).
Dal 2020 ha assunto la guida della Procura di Salerno. In questo incarico ha ulteriormente consolidato la sua esperienza direttiva, ricevendo giudizi lusinghieri in tutte le valutazioni professionali. Ora l’incarico a Reggio Calabria, dove troverà una squadra preparata e pronta a condividere altre inchieste sul fronte della repressione del fenomeno mafioso e non solo.