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Saranno processati Emilio Boccuto l’autista del mezzo dell’Amc, l’azienda municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico del capoluogo e Giovanni Bianco l’operatore di servizio dell’Amc accusati dell’omicidio colposo di Roberto Santise, il 72enne che ha perso la vita sul colpo il 10 luglio 2012, dopo essere stato sbalzato dal bus in corsa mentre il veicolo stava percorrendo una curva. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Catanzaro Domenico Commodaro che ha accolto la richiesta del pm titolare delle indagini Gerardo Dominijanni che per entrambi aveva chiesto il rinvio a giudizio ipotizzando il reato di cooperazione colposa in omicidio colposo. Secondo le ipotesi accusatorie Boccuto “avrebbe ripreso la corsa” prima di verificare che la porta posteriore del mezzo fosse chiusa. Una presunta omissione che ha provocato la caduta del passeggero, morto sul colpo in seguito all’impatto in località Gattoleio a Sant'Elia, quartiere a nord del capoluogo. Ma c’era chi, mesi prima di quel maledetto 10 luglio, era a conoscenza del guasto del veicolo e non ha fatto nulla per evitare il prevedibile. Bianco il 16 aprile 2012 avrebbe dovuto inviare il mezzo in riparazione o comunque bloccarne l’utilizzo fino a quando il veicolo non fosse tornato a norma e invece non l’ha fatto, nonostante la segnalazione del guasto inoltrata da un collega dell’azienda. All’inizio erano indagati anche altre tre persone, Gaetano De Salvo, che avrebbe dovuto rispondere anche di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. De Salvo, che due mesi prima il decesso, esattamente l’8 maggio 2012, in qualità di ingegnare tecnico della Motorizzazione civile, avrebbe omesso di verificare la completa ed effettiva chiusura della porta posteriore dell’autobus. E non solo. Avrebbe anche attestato il falso, riferendo nella consulenza tecnica disposta dalla Procura il 24 ottobre 2012 che l’esito delle prove di revisione era ok, regolare. E poi ancora il presidente dell’Amc Antonio Umberto Giuseppe Izzo, il liquidatore della società Rosario Colace e il funzionario Fausto Laria. Per loro il pm ha chiesto l’archiviazione. All’epoca dei fatti, il magistrato, titolare delle indagini aveva disposto il sequestro del mezzo e affidato l’incarico per l’autopsia, che è stata effettuata al Policlinico di Germaneto, dal medico legale Federica Colosimo. Le prime verifiche compiute dalla professionista parlavano di segni sul capo dell’uomo compatibili con il violento urto contro il muro, sul quale sono rimaste impresse tracce di sangue. Tesi, poi, confermate dagli esiti peritali, secondo i quali, l’uomo avrebbe perso la vita a causa del forte impatto. Il processo a carico di Boccuto e Bianco, difesi rispettivamente dai legali Alessandro Migliaccio e Anselmo Torchia inizierà il prossimo 5 ottobre.
Gabriella Passariello