Cosenza, la società della depurazione va in Procura: «Conti falsi, il Comune venga sciolto»

Dopo mesi di silenzio e quasi tre milioni di euro di arretrati, la Geko si rivolge al Viminale. Con una dettagliata missiva parla di soldi spariti e distratti. Tra i destinatari della lettera anche Corte dei conti, Tar, guardia di finanza e carabinieri

di Alessia Candito
25 maggio 2020
21:49
Depurazione (foto dal web)
Depurazione (foto dal web)

I toni sono quelli fermi ma garbati di una formale missiva, ma di fatto è una bomba in carta intestata quella che rischia di mandare a gambe all’aria l’amministrazione Occhiuto. A firmarla è Alfonso Gallo, amministratore unico della Geko, società che gestisce la depurazione a Cosenza e da tempo batte cassa per il pagamento dei servizi già prestati. Il problema però per il Comune potrebbe non essere “semplicemente” di morosità, ma anche penale. E politico.

La Geko al Viminale: «Sciogliete il Comune di Cosenza»

La richiesta che arriva dalla Geko è una: sciogliere l’amministrazione comunale di Cosenza. Destinatario, il Viminale che per legge è titolato a farlo e per questo è destinatario della missiva. Il motivo? Le «numerose infrazioni poste in essere dall’Ente» e nello specifico «inadempienze estremamente gravi che hanno comportato una serie di gravi e rilevanti violazioni di Legge».


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Per conoscenza o per indagine?

E qui, per il Comune governato da Mario Occhiuto, il problema sono gli altri destinatari della missiva, nell’ordine: la Prefettura di Cosenza, il prefetto Cinzia Guercio in persona, il vicario Franca Tancredi e il vicecapo di Gabinetto, Vito Turco, la Corte dei Conti, sezione controllo e la procura della Corte dei Conti, il Tar regionale, la procura, il tribunale e l’ufficio gip di Cosenza, il comando provinciale e quello regionale della Guardia di Finanza e il Nipaaf dei carabinieri. Tutti chiamati a verificare una missiva tanto dettagliata e documentata da assomigliare parecchio ad una segnalazione di reato.

Contabilità creativa

Prima questione, per il 2020 sono stati appostati a bilancio per il capitolo depurazione – considerato servizio essenziale – solo 400mila euro (di cui 300mila di liquidità) poi diventati, in occasione dell'ultima Giunta, 1,32 milioni di euro a fronte dei 2,5 previsti da contratto. Per il Tuel, la bibbia degli enti locali, non si può perché «è specificatamente attribuito ai responsabili il compito di attuare gli atti di gestione finanziaria, ivi compresa l’assunzione degli impegni di spesa» per onorare i contratti sottoscritti. In più, fa notare la Geko, il Comune non ha accertato «preventivamente che il programma dei pagamenti fosse compatibile con i relativi stanziamenti di cassa» questo inevitabilmente si traduce in debiti e ritardi. E in un’altra violazione degli obblighi previsti dal Tuel, che ordina all’amministrazione di evitare ritardi nei pagamenti e la formazione di debiti pregressi e a tal fine adottare le opportune iniziative, anche di tipo contabile, amministrativo o contrattuale.

Soldi stornati per coprire i buchi di bilancio?

Il problema, fa notare la società, è che per legge quei soldi non potevano sparire nè essere destinati ad altro. Dopo la dichiarazione di dissesto, il Comune opera in esercizio provvisorio e per legge è tenuto a operare con gli stessi stanziamenti di riferimento previsti nell'ultimo bilancio di previsione approvato. Ora, in quella sede i 2,5 milioni di euro c’erano, nell’esercizio 2020 sono spariti. Non a caso, è stata proposta una variazione di bilancio. Venerdì, in occasione dell'ultima Giunta, su proposta dei revisori sono stati appostati a bilancio 1.32 milioni di euro. Ma manca un passaggio - denuncia la società - di cui non si rinviene traccia: un atto ufficiale di disimpegno delle somme, che chiarisca dove siano state dirottate e a cosa siano state destinate. Illecitamente, perché la norma non prevede che possano andare a coprire altri capitoli di spesa. Magari – si legge tra le righe nella comunicazione della Geko - «ai fini della determinazione di un fraudolento risultato contabile».

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Tutta l’Amministrazione ne risponde

Traduzione, l’azienda sembra suggerire che il denaro necessario per onorare il contratto – relativo ad un servizio pubblico essenziale, per di più - sia stato destinato a coprire le voragini finanziarie che il Comune fino a qualche tempo fa ha tentato di negare. E questo «implicherebbe, causa di forza maggiore, la responsabilità di tutta l’Amministrazione Comunale di Cosenza, la quale ha eluso l’obbligo di individuare tutti gli strumenti per garantire, attraverso il controllo di conformità amministrativa e contabile, la legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa».

Magie (contabili) reiterate

E in questo il Comune a quanto pare è recidivo. All’azienda – si legge nella nota - l’amministrazione deve « l’annualità 2019 e residua 2018, in quanto, le somme stanziate nell’esercizio finanziario 2019 sono state utilizzate per pagare parzialmente le spettanze dell’anno 2018». E il 2019? In barba a norme e prassi è stato calcolato fra i debiti che hanno portato al dissesto finanziario dell’Ente, scaricando sull’organo straordinario di liquidazione l’onere di occuparsene.

Due pesi e due misure

Una «deviazione artificiosa» secondo la Geko, perché quelle somme erano state impegnate con il bilancio di previsione e per la copertura di un servizio essenziale quale la depurazione. Ed invece «numerosi altri impegni di spesa e liquidazioni, sono stati tempestivamente ed effettivamente eseguiti anche per servizi non essenziali».

Il silenzio dell’amministrazione

Tutte questioni poste in modo chiaro all’amministrazione, che tuttavia non si è presa neanche il disturbo di rispondere. Risultato, la Geko oggi «risulta essere creditrice per le irregolarità già denunciata a suo tempo per l’importo di 2.735.638,88 relativo all’annualità 2019 e residuo 2018 e di competenza dell’Organo straordinario di Liquidazione», ma anche «priva di copertura finanziaria adeguata per il servizio relativo all’annualità 2020 per le medesime irregolarità poste in essere dallo stesso Ente». Per questo, ha deciso di scavalcare il Comune e di rivolgersi direttamente al Viminale, al suo ufficio delegato sul territorio, alla Regione, informando al contempo anche inquirenti e investigatori competenti per territorio.

«Rimozione degli amministratori per gravi violazioni»

E adesso le richieste non riguardano semplicemente il pagamento del pregresso, ma anche «la corretta appostazione delle somme previste per il servizio di depurazione per l’annualità 2020 per un importo non inferiore a € 2.500.000,00 così come indicato dal Dirigente del Servizio», così come «un intervento di annullamento straordinario degli atti del Comune di Cosenza viziati da illegittimità» ma soprattutto «considerato inoltre il persistere e la recidività dei comportamenti fin qui evidenziati, gravemente pregiudizievoli verso Geko S.p.A., nonostante le reiterate diffide rivolte in tal senso, richiediamo la rimozione e sospensione degli amministratori per gravi e persistenti violazioni (ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs. 267/2000 comma 1)»


Chi ha orecchie per intendere, intenda

Un messaggio che la società ha voluto indirizzare non solo a sindaco e giunta, ma anche a tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, nonchè a dirigenti competenti per settore e revisori dei conti. Oltre che al Consorzio Valle del Crati e al limitrofo Comune di Rende. Insomma, che nessuno dica poi di non essere stato informato. Regione inclusa. A partire dalla governatrice Jole Santelli, che di Cosenza è stata vicesindaco fin quando non ha soffiato il posto di candidato unitario del centrodestra al suo primo cittadino ed (ex?) amico, Mario Occhiuto. Se fosse a conoscenza o meno dei disastri contabili del Comune non è dato sapere, ma di certo - adesso che la comunicazione è stata spedita (anche) in Regione - non potrà dire di non «avere contezza della situazione». E dei guai di Occhiuto.

Nemici-amici

Con lui, dopo un paio di settimane di burrasca e dichiarazioni al vetriolo, con tanto di messaggi livorosi sui social e minacce di candidature guastafeste in solitaria, è sembrato tornare il sereno anche grazie ad un paio di blindatissimi posti in lista per un paio di pasdaran del sindaco. E quando tutti i primi cittadini, inclusi quelli di Forza Italia, hanno risposto picche all’ordinanza “Riapri bar” di Santelli, Occhiuto è stato l’unico a correre in soccorso della sua ex numero due, diventata governatrice. Adesso sarà lui a chiedere una ciambella di salvataggio?

 

Giornalista
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