«… anche dalla condotta successiva all’elezione di Seminario come sindaco non è emerso alcun vantaggio da lui fornito e volto a favorire gli interessi del gruppo Tallarico, né dal compendio indiziario vi sono ulteriori dati da cui trarre una condotta illecita di Seminario che faccia presupporre come configurato il delitto di scambio elettorale politico-mafioso». Il Tribunale del riesame di Catanzaro – Emma Sonni presidente, Mariarosaria Migliarino, Rita Bosco a latere – lo scorso giugno ha rimesso in libertà l’ex sindaco di Casabona, Francesco Seminario, al centro di un’inchiesta della Dda di Catanzaro sulle ingerenze della ‘ndrangheta nell’amministrazione del paesino crotonese.

Seminario è indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso perché, sostiene l’accusa, avrebbe stretto accordi con il gruppo criminale Tallarico, capeggiato da Carlo Mario Tallarico. In sostanza a Seminario viene imputato di essersi accordato con la cosca Tallarico affinché, in cambio di voti che gli avrebbero consentito di essere eletto sindaco, egli si sarebbe messo a disposizione della cosca, consentendo, una volta ricoperta la carica elettiva, di favorire l’aggiudicazione di appalti e le assunzioni lavorative ai membri della cosca Tallarico. L’ex primo cittadino è stato tratto in arresto, nel corso dell’operazione Nemesis, a settembre 2024. Nel successivo mese di ottobre il Tribunale del riesame ha deciso per la misura meno afflittiva dei domiciliari ritenendo non comprovato il reato di concorso esterno. Restava in piedi, per quanto riguarda le esigenze cautelari, il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Per questo reato hanno proposto ricorso in Cassazione i difensori di Seminario. Un ricorso che è stato ritenuto fondato dalla Suprema Corte la quale ha annullato con rinvio l’ordinanza del Riesame ritenendo che «gli elementi valorizzati nell’ordinanza impugnata non fossero sufficienti a denotare la condotta di patto politico-mafioso in capo al Seminario».

Si è così giunti a una nuova udienza davanti al Tribunale di Catanzaro, in diversa composizione collegiale, il quale oggi motiva la scarcerazione dell’ex sindaco anche sulla base di una intercettazione telefonica portata all’attenzione dagli avvocati Giuseppe Napoli e Giovanni Sipoli. Un’intercettazione che viene proposta integralmente dai due legali e il cui significato finale sarebbe «dirimente» nel dimostrare «la (mancata) prova dell’accordo» alla base dello scambio elettorale politico-mafioso.
La conversazione in questione è avvenuta il 18 settembre 2021 tra Seminario e il barbiere Francesco De Paola. Il punto cruciale dell’intercettazione riguarderebbe i riferimenti di De Paola a Tallarico: «… De Paola, rispondendo alla domanda del Seminario se Tallarico fosse “tranquillo”, gli riferiva che Tallarico era “tranquillissimo” e lo avrebbe senz'altro sostenuto (“Luigi sostiene te e basta, tutta la famiglia, tutti, ha già dato disposizioni a tutti”), informazione alla quale il Seminario replicava affermando due volte “va bene, faccia quello che vuole”».

Ora, questa risposta di Seminario - «va bene, faccia quello che vuole» - cambierebbe tutto il quadro accusatorio perché questa frase, che non era stata riportata nelle trascrizioni della polizia giudiziaria, secondo il Tribunale «stravolge completamente il significato della conversazione».
Secondo il Tribunale «se è vero che l’accordo del pactum sceleris va individuato in questa telefonata, dalla stessa non emerge un Seminario disposto ad assecondare i favori dei Tallarico, ma piuttosto un soggetto che si mostra indifferente alle notizie positive che De Paola gli riferisce». E questo, scrivono i giudici, ergerebbe anche a seguito della perizia fonica.

Questo elemento «dirimente» si unisce ad altri: i colloqui intercettati tra Luigi Gagliardi, esponente del sodalizio mafioso, e sua moglie, Maria Varano possono fare anche riferimento al fatto che Seminario aveva prestato assistenza legale a Varano e «quindi, il riferimento ai soldi da “portare” al Seminario o “il pagamento” a lui dovuto ben potrebbe essere dovuto per questioni lecite inerenti all’assistenza legale»; a questo si aggiunge poi la tesi della «non provata conoscenza del Seminario sulla appartenenza di Gagliardi all’associazione mafiosa».

In sostanza una serie di elementi dubitativi che hanno portato i giudici ad annullare l’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro in data 19 settembre 2024 e ordinare l’immediata scarcerazione di Francesco Seminario.