Il caso

Catanzaro, l’acquisto dell’ex Cinema Orso apre un contenzioso tra pubblico e privato

Il sindaco Fiorita: «I legali fanno il proprio mestiere: loro tutelano la loro parte e noi tuteliamo l'interesse pubblico che in questo caso è l'acquisizione della struttura patrimonio immobiliare del Comune. Ci sarà un giudice che deciderà»

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di Nico  De Luca
31 gennaio 2023
22:30
Il cinema Orso
Il cinema Orso

«I legali fanno il proprio mestiere: loro tutelano la loro parte e noi tuteliamo l'interesse pubblico che in questo caso è l'acquisizione del Cinema Orso al patrimonio immobiliare del Comune. Ci sarà un giudice che deciderà». Al termine del consiglio comunale che ha affrontato altre questioni il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita liquida con poche, tranquille battute a LaC News24 la vicenda dell'ex cinema del quartiere Lido che il giorno prima ha visto il privato (una società srl) inviare una diffida legale a tutte le parti in causa circa l'acquisto della struttura, o meglio di quel che ne resta.

L'avvocato Alfredo Gualtieri, per conto della società Accamedia, aveva diffidato il Comune di Catanzaro «a non assumere ulteriormente iniziative indebite finalizzate alla illegittima intromissione della procedura di vendita, ormai da tempo legittimamente perfezionatasi, dell’immobile in oggetto la cui proprietà – scrive lo studio legale  – è passata alla Società senza che alla stessa possa opporsi alcun ostacolo, né tanto meno la volontà colpevolmente tardiva di avanzare pretese di prelazione».  


Nel testo della lettera il legale ricorda che l’aggiudicazione dei ruderi dell’ex Cinema Orso (avvenuta al 3° incanto) risale al 16 novembre 2022 ed è divenuta definitiva trascorsi 10 giorni. Nella nota diffusa nel tardo pomeriggio l'amministrazione comunale di Catanzaro replica che: «Il Cinema Orso non è un “rudere” ma un bene culturale di particolare interesse, riconosciuto e tutelato da un Decreto del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura, adottato in base al decreto Legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), che ne vincola nei fatti la destinazione. Un' importante testimonianza sociale e una componente forte della memoria urbana della prima metà del Novecento - l'ha definita il segretariato regionale Calabria del Ministero della Cultura -. Secondo quando assume il comune del capoluogo di regione l'apposizione del vincolo è stato avviato dalla Soprintendenza fin dall'agosto 2022 e quindi ben prima del verificarsi dell'acquisto privato con un diritto di prelazione che appare lampante».

La vicenda potrebbe addirittura avere uno strascico penale: uno dei legali del privato acquirente, l'avvocato Antonio Lomonaco, ha annunciato «il deposito di un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro al fine di segnalare e perseguire i soggetti - onomasticamente indicati - responsabili di illecite condotte volte a turbare il libero godimento del bene oggetto della vendita».

Di rimando la risposta dell'amministrazione comunale: «Nessuna intenzione di intromettersi illegittimamente nella procedura di vendita nè di minare gli interessi del privato aggiudicatario; ma appare evidente dagli atti che questa alienazione - compiuta contro i divieti e senza osservanza delle condizioni stabilite dal decreto n. 42/2002 - è da ritenersi nulla».

Il contenzioso è appena iniziato. In aula il leader dell'opposizione - avv. Valerio Donato - ha chiesto senza alcun pregiudizio di «poter vedere le carte, visto che la richiesta d'accesso risalente a 15 giorni prima è rimasta lettera morta». Il sindaco, suo collega docente universitario e competitor nella corsa alla prima poltrona comunale, gli ha risposto con un sorriso: «Domattina te le porto io di persona nel tuo studio».

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